Fermato a Beirut, Doueiry. Il regista premiato a Venezia accusato di complicità con Israele | Giornale dello Spettacolo
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Fermato a Beirut, Doueiry. Il regista premiato a Venezia accusato di complicità con Israele

Il regista di 'The Insult', di ritorno da Venezia è stato fermato all'aeroporto. Ora dovrà comparire davanti un tribunale militare.

Fermato a Beirut, Doueiry. Il regista premiato a Venezia accusato di complicità con Israele
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11 Settembre 2017 - 12.28


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Di ritorno da Venezia, dove il suo nuovo film – “The Insult” – è stato premiato alla Mostra del Cinema, il regista libanese Ziad Doueiry è stato fermato nella notte dalle autorità libanesi con l’accusa di «collaborazionismo col nemico» israeliano.

Doueiry, che ha anche passaporto francese, aveva in parte girato il suo precedente film – The Attack (2013) – in Israele, paese con cui il Libano è in guerra dalla sua fondazione più di 60 anni fa.

Citato dai media libanesi, Doueiry ha affermato di esser stato trattenuto per alcune ore ieri sera all’aeroporto di Beirut e di esser stato poi rilasciato: «Mi hanno confiscato i passaporti libanese e francese e oggi devo comparire di fronte al tribunale militare», ha detto Doueiry, già assistente alla regia di Quentin Tarantino e acclamato a livello internazionale.

Andrea Occhipinti ha lanciato un appello: Il suo ultimo film, L’Insulto,  premiato al festival di Venezia, Coppa Volpi all’attore palestinese Kamel Al Basha, è stato scelto per rappresentare il Libano agli Oscar.

Tutto questo non ha impedito che il  regista libanese Ziad Doueiri venisse arrestato ieri all’aeroporto di Beirut, al suo rientro in Libano per l’uscita del film in sala, attesissimo in patria. 

Accusato di aver “cospirato con il nemico” per aver girato il suo film precedente in Israele!

I suoi passaporti libanese e francese sono stati confiscati e dovrà comparire davanti al tribunale militare.

L’insulto racconta la complessità di quel paese attraverso un banale incidente tra un cristiano e un palestinese, che da disputa privata diventa in breve tempo un caso nazionale in cui entrano in gioco rancori mai sopiti delle due comunità.

Perché un regista che contribuisce a superare le divisioni ataviche di quel torturato paese viene processato da un tribunale militare? Perché il Libano da una parte lo candida per l’Oscar e dall’altra lo arresta? Perché tutto questo avviene oggi?

Chiediamo che sia data tutta la risonanza possibile attraverso i media affinché Ziad Doueiri venga liberato al più presto.

 

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