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Iñárritu: "Vi racconto il mio docufilm sui migranti tra Messico e Usa"

Il premio Oscar presenta al Festival di Cannes il suo nuovo lavoro

Iñárritu: "Vi racconto il mio docufilm sui migranti tra Messico e Usa"

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18 Maggio 2017 - 10.34


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Alejandro Iñárritu presenta al Festival di Cannes un documentario che fa vivere allo spettatore l’esperienza della frontiera tra Messico e Stati Uniti. Si intitola Carne y arena, carne e sabbia, l’inferno virtuale che racconta la condizione di migrante. Accanto a un muro di metallo, un pezzo di quello vero al confine, una stanzetta fredda, sul pavimento mucchi di scarpe squarciate: ballerine rosa strappate, piccole ciabatte di plastica. “Sono le vere scarpe di migranti morti nel deserto”, racconta il regista Oscar di Birdman e Revenant- Redivivoa a Repubblica.it. Bisogna togliersi le scarpe e le calze, “quando perdi le scarpe nel deserto non hai più possibilità di sopravvivere”. Dura sei minuti e mezzo l’installazione, destinata alla Fondazione Prada a Milano (dal 7 giugno al 15 gennaio) e intercettata da Thierry Frémaux che l’ha voluta a Cannes. Nel grande studio set, venti chilometri dal Palais, cammini sulla sabbia, lo zaino sulle spalle, il “casco” virtuale. Sei nel deserto messicano, il cielo squarciato da un elicottero assordante. Accanto a te c’è una donna, zoppica e cade, c’è un uomo con un neonato al collo, due ragazzi. Hanno paura, sono braccati. Arrivano due camioncini, scendono gli agenti, i fucili puntati: “In ginocchio!”. Un giovane in manette, sulla sabbia, urla la sua storia, come tutti gli altri. Non è come vederli sul grande schermo, sei lì. “L’idea è nata quattro anni fa, ma la tecnologia non era abbastanza avanti. La realtà virtuale non è estensione del cinema o strumento di marketing, ma un mezzo con infinite possibilità. Per me era importante mettere al centro la condizione umana”.

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