In sala dal 16 marzo Chi salverà le rose? Con la Murino e Buzzanca | Giornale dello Spettacolo
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In sala dal 16 marzo Chi salverà le rose? Con la Murino e Buzzanca

Prodotto e distribuito dalla nuova casa di produzione Corallo a partire dal 16 marzo, Chi salverà le rose? mette in scena un amore omosessuale in età senile.

In sala dal 16 marzo Chi salverà le rose? Con la Murino e Buzzanca
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13 Marzo 2017 - 16.52


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“Chi salverà le rose?” è l’opera prima di Cesare Furesi. Racconta l’amore omosessuale più dolce, quello senile, fatto di tenerezze e nessuna smanceria. Ma nel film, girato ad Alghero, anche tanti altri temi: quello della paternità, della famiglia ‘arcobaleno’ e del gioco del poker. Prodotto e distribuito dalla nuova casa di produzione Corallo a partire dal 16 marzo, Chi salverà le rose? mette in scena l’amorosa assistenza da parte di Giulio (Delle Piane) a Claudio (Buzzanca), suo grande amore allettato da anni, e alla fine l’intervento salvifico di Valeria (Caterina Murino) figlia di Giulio. Ci troviamo in una grande prestigiosa villa, nella quale l’ufficiale giudiziario ha pignorato quasi tutti i mobili. Qui vive appunto Giulio Santarella, ex professionista del poker, e il suo Claudio che non sa nulla del disastro giudiziario che ha colpito la famiglia. Ad intervenire in questa difficile situazione, ci sarà la figlia Valeria insieme a suo figlio Marco (Antonio Careddu), ma forse occorrerà anche l’intervento di Giulio che dovrà vestire per l’ultima volta i panni del giocatore di poker. Nel cast anche Philippe Leroy e Guenda Goria.

“E’ una bellissima coraggiosa storia che mi ha subito catturato – dice Carlo Delle Piane tornato dopo anni sul grande schermo -. Credo nell’amore assoluto anche tra due maschi. Ho compiuto 81 anni e 69 di carriera e trovo che questa mia interpretazione sia la più fantasiosa, emozionante e matura di tutta la mia carriera”. E dall’attore un commosso omaggio alla moglie (Sabina Negri, ndr): “al di sopra di tutto c’è oggi mia moglie. Due anni fa ho avuto, come molti sapranno un’emorragia cerebrale e senza di lei non ce l’avrei fatta”. “Il gay mi mancava – dice con ironia Buzzanca che ha sempre rappresentato nel cinema italiano il prototipo dell’homo eroticus, del Merlo maschio-, ma i due personaggi del film sono dolci e io mi sento molto dolce”.

Critiche dalla destra? “Non me ne frega niente di quello che dicono a destra e sinistra. Certo sono di destra, ma queste mi sembrano cose superate”. Dal regista esordiente, nessun imbarazzo nello spiegare la dedica-insulto al padre (a quel pezzo di m…. di mio padre, ndr.) che si vede a inizio film: “Ho sempre avuto un rapporto difficile con lui anche perché forse cercavo il suo riconoscimento che non arrivava mai. L’ho combattuto fino allo stremo, siamo venuti quasi alle mani, ma in fondo in tutto questo c’e’ tutto l’amore che ho per lui”.

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