Scorsese spiega la spritualità di "Silence" contro Wall Street | Giornale dello Spettacolo
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Scorsese spiega la spritualità di "Silence" contro Wall Street

Il suo ultimo lavoro, Silence, in sala dal 12 gennaio con 01, tratto dal libro omonimo di Endo, racconta il martirio dei missionari gesuiti nel Giappone buddista del 1600.

Scorsese spiega la spritualità di "Silence" contro Wall Street
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6 Dicembre 2016 - 10.21


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Martin Scorsese non fa il nome di Donald Trump ma si sa che non lo ama: “E’ una strana coincidenza che Silence esca in America tra due settimane, le ultime di Obama presidente. Mi auguro solo che questo film porti un dibattito sui valori, tanto più ora che nel mio Paese sta per andare al potere la stessa arroganza raccontata da me in The Wolf of Wall Street. Una cosa che non avrei mai immaginato potesse accadere”.
Il suo ultimo lavoro, Silence, in sala dal 12 gennaio con 01, tratto dal libro omonimo di Endo, racconta il martirio dei missionari gesuiti nel Giappone buddista del 1600. “Già da ragazzo ho avuto sempre il senso della religione e, anche invecchiando, questa cosa non mi ha mai lasciato. Una cosa che mi ha accompagnato in tutti i miei lavori, da Toro scatenato fino a La tentazione di Cristo. In realtà il libro di Endo – aggiunge il regista – me lo regalò circa 28 anni fa l’Arcivescovo di New York e mi entusiasmò subito. C’era qualcosa di profondo in quelle pagine con cui dovevo venire a patti, c’erano i valori spirituali dell’essere umano. Da subito, già nel 1991, volevo realizzare questo film”.
Quella di Scorsese per portare avanti Silence è stata una vera battaglia: “iniziai a leggere e rileggere il libro pensando a come lo potessi rendere in immagini. Poi ci sono stati problemi finanziari, anche per l’acquisizione dei diritti, insomma una continua battaglia. Nel 2006 la sceneggiatura era però completa. In tutti questi anni, va detto, ho tentato di capire quello che questo libro significava per la mia vita”.
Ha continuato il regista “Il messaggio del film è legato ai soli fatti per far capire quello che era successo, ovvero l’arroganza dell’Occidente che pretendeva di portare la sua verità universale agli asiatici”. Il titolo? “È chiaro che si parla di silenzio di Dio anche se questo non esiste davvero perché, alla fine, è sempre un rumore e bisogna solo trovare un modo per scivolare in questo rumore piuttosto che combatterlo”.

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