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Giornate professionali di Cinema: by by Sorrento

Si è conclusa questa speciale edizione 2016 dove altri fattori oltre alla abbuffata di trailer, hanno contribuito a tenere alto l’interesse degli operatori.

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2 Dicembre 2016 - 15.56


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di Piero Cinelli

Tra luci abbaglianti e qualche ombra, tra grandi promesse e qualche contraddizione, tra lunghi addii e grandi ritorni, tra la certezza del prodotto e lo spettro del cambiamento, si è conclusa questa edizione 2016 delle Giornate di Cinema, un’edizione sicuramente un pò più speciale delle altre dove altri fattori, oltre alla abbuffata di trailer, hanno contribuito a tenere alto l’ interesse degli operatori. A cominciare dal fattore umano. In un mercato poco avvezzo ai cambiamenti e dove indubbiamente le personalità individuali contano e spesso fanno la differenza, i cambiamenti al vertice di due major come Warner e Fox hanno creato un discreto rumore. Stiamo parlando di manager storici come Osvaldo DeSantis, che dopo trentatre anni di onorata carriera va in pensione lasciando il testimone di Fox Italia ad un altro manager di lungo corso come Paul Zonderland, già Ad di Walt Disney in Italia e Olanda. E di Nicola Maccanico, che passa a Tomas Ciampa, meritatamente promosso sul campo al vertice della distribuzione della major, il timone di un’azienda leader come Warner, di cui ha concretamente contribuito al successo di questi ultimi anni, per iniziare una nuova sfida con una nuova distribuzione targata Sky e partecipata da cinque importanti produttori italiani. Si è parlato anche della molto annunciata e variamente apprezzata legge cinema che indubbiamente mette risorse molto importanti a disposizione del settore, ma sulla cui definizione in fase di decreti attuativi (referendum permettendo) sembrerebbero crescere aspettative molto contrastanti, oltretutto in un settore ultracompetitivo dove le scelte commerciali non vengono quasi mai condivise (vedi l’overbooking natalizio). Infine il solito grido d’allarme, diventato in venti e passa anni quasi un ritornello, sulla programmazione estiva: il problema cruciale che affligge il settore. Riusciranno gli incentivi statali a modificare un trend che sembrerebbe insormontabile, cercando magari di spalmare i finanziamenti tra produzione, distribuzione e programmazione?

I listini
La sensazione che si sia alzata l’asticella delle proposte del prossimo anno è largamente condivisa. La materia prima c’è e sembrerebbe migliore del solito. Le due corazzate Universal e Warner schierano una quarantina di titoli nel primo semestre, con uno o due blockbuster ciascuna ogni mese, e con Universal che sbanca nel settore action e sequel mentre Warner e Sony detengono il primato nel settore comics e nella fantascienza. La Disney con pochi titoli di alto profilo si ritaglia il primato nel settore fantasy mentre 01 conferma quello del cinema italiano d’autore e Medusa della commedia italiana. Molto affollato il settore degli indipendenti che cavalcano il cinema d’autore italiano e internazionale, con Lucky Red in prima fila che schiera il Woody Allen 2017. Un’ultimo sguardo, con il classico bicchiere mezzo pieno, ai titoli estivi delle major farebbe sperare su un passetto avanti. Se ‘les italiens’, magari via Cannes, dovessero approdare all’estate, allora i passi avanti diventerebbero più lunghi, non solo sul piano dei biglietti. Insomma, da Sorrento il sole sembrerebbe illuminare non solo il golfo di Napoli, ma anche la stagione cinematografica del 2017.

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