Mendonça Filho torna alla regia con: Aquarius, il condominio della libertà | Giornale dello Spettacolo
Top

Mendonça Filho torna alla regia con: Aquarius, il condominio della libertà

Aquarius è il nome del condominio sul mare di Recife dove Sonia/Clara abita da sola.

Mendonça Filho torna alla regia con: Aquarius, il condominio della libertà
Preroll

GdS Modifica articolo

23 Novembre 2016 - 14.14


ATF

Il cinema brasiliano non è molto conosciuto in Italia eppure le poche pellicole arrivate al nostro pubblico hanno talora segnato la storia più di centinaia di altre provenienti da Hollywood.

E’ il caso del meraviglioso ‘City of God’ che Fernando Meireles creò nel 2002, presentandosi come un Orson Welles redivivo; o come ‘Central do Brasil’ che Walter Salles siglò nel ’98; o, ancora, ‘Il bacio della donna ragno’ di Hector Babenco che nel 1985 si guadagnò l’Oscar ma, soprattutto, consacrò icona sexy mondiale Sonia Braga.

I sogni erotici dei ragazzi degli anni ’80 erano avvolti dalla esotica chioma corvina della bella attrice di Maringà.

Alla bella età di 66 anni, la donna che fu ragno ma prima ancora Gabriela e Flor, è ancora bellissima (anche se i capelli sono ora candidi) e ritorna in un film destinato a prendersi di prepotenza un posto tra quelli brasiliani più belli di tutti i tempi.

Basterebbe solo la presenza di Sonia per invogliare chiunque abbia più di 35 anni a scoprire ‘Aquarius’ ma la regia e la storia scritta da Kleber Mendonça Filho conquistano lo spettatore già nei primissimi minuti dei 140 del film.

Aquarius è il nome del condominio sul mare di Recife dove Sonia/Clara abita ormai da sola, dato che tutti gli altri appartamenti sono stati acquistati da una rapacissima società immobiliare che progetta l’abbattimento dell’immobile per costruirvi un moderno, disumano grattacielo.

Clara, una donna che ha vissuto la propria giovinezza negli anni ’70 e tutta la sua vita e l’amore con il marito ormai scomparso in quell’appartamento, non è disposta a cancellare la propria storia e i propri ricordi per nessuna cifra al mondo e ingaggia con la società immobiliare una lotta senza quartiere che la vedrà paurosamente prossima alla sconfitta, salvo scoprire, alla fine, alleati inaspettati e preziosi.

Quella di Clara è una storia di coraggio e di desiderio di libertà che inopinatamente il Ministero della Giustizia brasiliano aveva vietato in un primo momento ai minori per paura di una rivolta generalizzata contro i molti speculatori e multinazionali operanti in Brasile, per poi cedere alle proteste generali e vietarlo ‘solo’ ai minori di 16 anni.

La paura delle autorità viene probabilmente dal fatto che Aquarius può essere letto come un film manifesto della decrescita felice, del ‘come si stava bene una volta’, di ideali libertari e di sinistra che nel mondo vanno sempre più scomparendo. In una parola, della rivolta contro il potere costituito del liberismo sfrenato.

Malgrado la solida ideologia che lo permea, la storia di Aquarius diverte e commuove. La regia di Mendonça è misurata e matura e questa è già una notizia, trattandosi del secondo film del regista, classe 1968.

La Braga è perfetta per il ruolo, sia anagraficamente che ideologicamente. Pur non avendo mai smesso di lavorare in questi anni (ultimo film prima di questo, ‘The Curse of the Fuentes Women’, 2015), questa volta il suo personaggio è così profondamente calato nella sua stessa personalità da poterle far meritare quell’Oscar che non centrò mai, neanche con la Donna Ragno. Allora la statuetta la vinsero il film e il protagonista maschile, William Hurt. Questa volta la cerimonia al Dolby Theatre di Los Angeles potrebbe riservarci una piacevole, esotica, sexy sorpresa di nome Sonia.

Aquarius e Sonia arrivano nelle sale italiane dieci giorni prima del Natale, il 15 dicembre.

Native

Articoli correlati