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Alice nella città: da 14 anni dà voce ai ragazzi

E’ una rassegna parallela alla Festa del Cinema di Roma ma dedicata esclusivamente alle nuove generazioni.

Alice nella città: da 14 anni dà voce ai ragazzi
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19 Ottobre 2016 - 11.54


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di Claudia Sarritzu “Alice nella città” quest’anno compie 14 anni e in queste edizioni è cresciuta come i ragazzi a cui dà voce, accumulando consensi anche tra i critici. E’ una rassegna parallela alla Festa del Cinema di Roma ma dedicata esclusivamente alle nuove generazioni.

“Alice è nata prima della Festa del Cinema di Roma quando io e Gianluca Giannelli collaborando a una berlinale ci siamo resi conto che era essenziale offrire delle pellicole di qualità ai ragazzi e formarli in modo da diventare degli spettatori consapevoli e preparati. Negli anni poi da selezione filmica è diventata un punto di riferimento per i docenti. E’ riuscita in seguito anche ad affermare autori giovani scoprendo dei veri e propri talenti, così con il tempo gli stessi registi hanno visto in Alice una piattaforma interessante per sperimentare e parlare dei più giovani in modo diverso dal solito. Non solo favole a lieto fine ma un cinema del reale e del quotidiano dove dare voce alla società di oggi vista dai ragazzi”. Parla così Fabia Bettini che insieme a Gianluca Giannelli è curatrice della rassegna.

Come vengono selezionati i film? “Noi a livello internazionale conosciamo ormai tanti distributori, però ovviamente i grandi Festival come Venezia, Berlino e Cannes sono solitamente i luoghi in cui andiamo a cercare i film che ci interessano. Abbiamo poi una grande esperienza e formazione per quanto riguarda il cinema nordico, soprattutto dei Paesi Bassi, che molto spesso porta pellicole interessanti ed esordi alla regia che poi si affermano in modo importante sia nel loro Paese che a livello internazionale. Ci sono propri incentivi statali per i giovani registi alla loro opera prima e un accesso al credito per i film che parlano di queste tematiche, quindi il terreno è molto fertile. Attualmente va ricordato che anche il nuovo cinema americano ci sta offrendo parecchi spunti”.

Qual è il rapporto con le scuole e gli insegnanti? Abbiamo dei docenti affezionati che ci seguono da anni, quando non sono i docenti a contattarci abbiamo genitori di ex giurati che spingono perché la scuola dei loro figli partecipino. Il problema di Alice negli anni non è dunque contattare quanto il dispiacere di tenere fuori alcune scuole per mancanza di posti. Addirittura quando non inviamo la circolare a settembre sono loro che ci chiamano. Alice quest’anno ha 11mila studenti prenotati prima della vendita dei biglietti il 6 ottobre, un dato che fa comprendere che il mondo della scuola ha ben compreso il valore di questo evento formativo. Abbiamo ovviamente messo un tetto di 50 ragazzi per istituto per permettere a più scuole possibili di partecipare: sia quelle del centro che quelle delle periferie. Vogliamo arrivare a tutti”.

Ci sono film italiani in concorso quest’anno? “Abbiamo 2night di Ivan Silvestrini a Panorama, ma in concorso di Alice no. Il programma di questa edizione è comunque ricco di anteprime assolute e soprattutto di esordi alla regia. Saranno 10 giorni intensi. Le opere del concorso Young Adult sono 12, tre i film fuori concorso, due le co-produzioni con la Festa del Cinema e altri due gli eventi speciali, programmati all’interno degli spazi dell’Auditorium Parco della Musica. Mentre al Cinema Admiral si svolgerà il programma di Alice Panorama con 10 film che racconteranno il mondo delle nuove generazioni offrendo il pretesto per dire agli adulti cose sui giovani. E poi infine ci sarà la selezione del Kino Panorama Italia, curata dai ragazzi proprio del Kino, che metterà l’accento sul cinema italiano con proiezioni di film, documentari e cortometraggi di giovani promesse”.

Verranno proiettati film che affrontano temi di stretta attualità come la sessualità, la famiglia, il terrorismo islamico? Sì, per esempio Tre Generations del regista Gaby Dellal, con Naomi Watts, Elle Fanning e Susan Sarandon. In modo coraggioso parla del problema dell’identità sessuale che viene scoperta proprio nell’età adolescenziale . Oppure Layla M. di Mijke de Jong che racconta la storia di una ragazzina olandese di origini marocchine che si unisce a una cella islamista in Medio Oriente. Va segnalata poi la sitcom di Capatonda che si intitola “Mariottide” che racconta di un anomalo rapporto padre e figlio nell’Italia diciamo dei “furfanti”. Ho accennato solo ad alcuni film, ma il programma è ricchissimo e variegato. Voglio anche ricordare l’omaggio al regista Abbas Kiarostami, un visionario dell’infanzia. Assieme alla cineteca del Museo del cinema di Torino abbiamo proposto una retrospettiva dei film del regista iraniano appena scomparso. La stessa sigla di quest’anno è un omaggio al maestro ed è stata realizzata dai fratelli De Serio.

Da chi verranno valutati i film? Ci sono due giurie? I dodici film in concorso Young Adult saranno valutati da una giuria composta da ventisette ragazzi e ragazze, selezionati nel corso dell’ultimo anno su tutto il territorio nazionale. Nei dieci giorni di festival incontreranno le delegazioni dei film in concorso vivendo così un’esperienza completa. Poi c’è la giuria Taodue che assegnerà il Premio Camera d’Oro Taodue alla miglior opera prima o seconda fra i film appartenenti sempre al concorso Young Adult e alla sezione Alice Panorama. Il presidente giuria quest’anno è l’attore statunitense Matt Dillon ed è composta dalla produttrice Camilla Nesbitt, l’attrice Anna Foglietta, i registi Gabriele Mainetti e Claudio Giovannesi e gli sceneggiatori Giordano Meacci e Francesca Serafini.

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