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A Firenze la 7/ma edizione di Middle East Now

Il festival dedicato al Medio Oriente contemporaneo, tra cinema, arte, musica, incontri e cibo, per raccontare con una prospettiva diversa una delle zone più “calde” del mondo.

A Firenze la 7/ma edizione di Middle East Now
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23 Marzo 2016 - 12.59


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Il Medio Oriente contemporaneo torna da protagonista a Firenze dal 5 al 10 aprile 2016, con la 7ª edizione di Middle East Now, il festival internazionale di cinema, documentari, arte contemporanea, musica, incontri ed eventi ideato e organizzato dall’associazione culturale Map of Creation. L’evento si terrà tra Cinema Odeon, Cinema Stensen e altre location e spazi cittadini, con un ricco programma di proiezioni ed eventi speciali, nell’ambito del cartellone della Primavera di Cinema Orientale.

Middle East Now 2016 presenterà 44 film – quasi tutti in anteprima italiana ed europea – tra lungometraggi, documentari, film d’animazione e corti, per un intenso viaggio cinematografico che tocca i paesi e le società dell’area mediorientale, mai come oggi al centro dell’attenzione della politica e dei media internazionali. Le storie, i personaggi, i temi forti e l’attualità nei titoli cinematografici più recenti da Iran, Iraq, Kurdistan, Libano, Israele, Libia, Palestina, Egitto, Giordania, Emirati Arabi, Yemen, Afghanistan, Siria, Bahrein, Algeria e Marocco, faranno conoscere al pubblico le culture e le società di questi paesi, con una prospettiva che cerca di andare oltre i pregiudizi e i luoghi comuni con cui spesso vengono rappresentati.

Ospite d’onore di questa edizione sarà la regista turca Yeşim Ustaoğlu, una delle più importanti autrici del cinema contemporaneo in Turchia. Tra le poche cineaste donne del suo paese, fin dai primi film si è distinta per aver creato un modo nuovo di fare cinema, socialmente impegnato e attento a temi politici, che continua ancora oggi a ispirare i giovani registi. Ha ricevuto il plauso della critica con Journey to the Sun (1999), primo film in Turchia ad affrontare la questione curda, con il quale la Ustaoglu ha aperto un nuovo capitolo del cinema turco che guarda all’”altro”. A lei il festival dedicherà un omaggio, proiettando quattro film dei suoi film più importanti, tra cui Pandora’s Box (2008) e l’ultimo lavoro Araf (2012).

Dalla Palestina arriverà in anteprima The Idol, il nuovo lungometraggio di Hany Abu-Assad, regista due volte candidato agli Oscar che porta sul grande schermo l’incredibile storia di Mohammad Assaf, il ragazzino di Gaza vincitore del talent show Arab Idol; e ancora il film d’apertura del festival Degradé (2015), primo lungometraggio dei fratelli palestinesi Tarzan & Arab Nasser – promesse del nuovo cinema Made in Palestina – girato in un salone di parrucchiere a Gaza, in cui dodici donne rimangono intrappolate mentre fuori accadono scontri causati dal furto di una leonessa dallo zoo di Gaza; attesissimo anche l’incredibile documentario Speed Sisters di Amber Fares, sui sogni e le conquiste di un gruppo di giovani donne che affermano le loro libertà come piloti automobilistici; e il cortometraggio candidato agli Oscar 2016 Ave Maria di Basil Khalil.

Dalla Siria il pluripremiato documentario A Syrian Love Story di Sean McAllister, girato nell’arco di cinque anni per raccontare la storia d’amore di una coppia di attivisti, minacciata dagli orrori della guerra.

In anteprima italiana anche la prima commedia romantica girata in Arabia Saudita: Barakah meets Barakah di Mahmoud Sabbah, che ha debuttato con grande successo all’ultima Berlinale.

Dall’Iran Starless Dreams di Mehrdad Oskouei, documentario toccante girato all’interno di un carcere femminile minorile, e realizzato dopo cinque anni di attesa per ottenere i permessi necessari.

La Turchia è presente anche con Baglar di Berke Bas e Melis Birder, sulle vicissitudini di una squadra giovanile di basket della regione di Diyarbakir che si batte – oltre che per vincere il campionato – anche per superare pregiudizi, povertà e disordini politici creati da decenni di conflitto tra Stato e indipendentisti curdi.

Al Bahrein sarà dedicato uno speciale focus sui registi emergenti.

Dalla Palestina anche il film di chiusura, il thriller Eyes of a Thief (2015) candidato agli Oscar, della talentuosa regista Najwa Najjar (2015), che conta nel cast la star egiziana Khaled Abol Naga e la famosa cantante algerina Souad Massi, che saranno entrambi a Firenze per l’occasione.

Tra gli eventi collaterali spazio all’arte con Our Limbo, la mostra della fotografa libanese Natalie Naccache. Gli scatti hanno come protagoniste un gruppo di giovani donne siriane appartenenti alla middle class, che hanno lasciato il paese poco prima lo scoppio della guerra per studiare e non sono più riuscite a tornare. Natalie al momento vive tra Beirut e Dubai e pubblica i suoi scatti su New York Times, Le Monde, Der Spiegel, The Sunday Times Magazine, Esquire. Ancora fotografia con Live, Love, Refugee di Omar Imam, che ribalta la normale rappresentazione dei rifugiati siriani, sostituendo ai numeri, ai report, alle statistiche, le loro paure e i loro sogni più profondi. Nei campi profughi del Libano, Omar coinvolge i suoi soggetti in un processo di catarsi chiedendogli di ricreare i loro sogni in un’immagine. Il risultato sono immagini simboliche e spesso surreali, che evocano profondi e oscuri mondi interiori. Infine, la giovanissima artista di origini libanesi Nour Flayah porterà al festival “My Lebanon”, una mostra di illustrazioni dedicate al suo Libano, alla dimensione familiare delle estati trascorse sulle montagne, alla scoperta delle sue radici e della sua identità culturale. Un diario per immagini che racconta un paese colorato, ironico e sorprendente.

I sapori del Libano arriveranno a Firenze con lo chef e food activist Kamal Mouzawak, special guest dell’edizione 2016 che si esibirà in una cena-performance e in un corso di cucina. Guru della scena culinaria del suo paese, Kamal è il fondatore di Souk el Tayeb, il primo mercato biologico che coinvolge i piccoli produttori del Libano, oltre che di Tawlet, ristorante cooperativa nel quartiere Mar Mikhael di Beirut.

Middle East Now è organizzato dall’associazione culturale Map of Creation, con la direzione artistica di Lisa Chiari e Roberto Ruta, il contributo di Regione Toscana, Comune di Firenze, Ente Cassa di Risparmio di Firenze – Osservatorio per le Arti Contemporanee, Oxfam Italia, Gruppo Why the Best Hotels Firenze, con il supporto di FST-Fondazione Sistema Toscana, Ambasciata del Regno del Marocco, Istituto Culturale Iraniano in Italia, Ponte33, Azalai Travel Design, in partnership con Ponte33, Fondazione Istituto Stensen, NYU Florence Villa La Pietra, Meltin’Concept / Let7, Aria Art Gallery, Amblé, e altre istituzioni e partner locali e internazionali. Il festival è inserito nel cartellone della Primavera di Cinema Orientale, realizzato per Regione Toscana da Quelli della Compagnia di Fondazione Sistema Toscana.

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