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Ave, Cesare! Clooney conquista Berlino

Nella conferenza stampa che si è tenuta dopo la proiezione di Ave, Cesare!, film di apertura della 66edizione del Festival di Berlino, l’attore e i due registi sono apparsi incontenibili.

Ave, Cesare! Clooney conquista Berlino
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12 Febbraio 2016 - 12.30


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In un clima goliardico George Clooney e i fratelli Coen si sono presentati ai giornalisti per la conferenza stampa di apertura del Festival di Berlino.
Subito Clooney, dichiara con grande autoironia: “È già il quarto film che faccio con i Coen. Ogni volta mi mandano uno script dicendomi che hanno scritto il personaggio pensando a me e ogni volta è un tipo sempre più stupido e ottuso, non so che pensare”.

In gran forma, l’attore americano ruba la scena a tutti, compreso il protagonista, Josh Brolin, che però la prende con filosofia e ringrazia dell’opportunità di recitare un ruolo inedito per lui. I fratelli Coen, chiariscono a più riprese che il loro sgargiante omaggio al cinema hollywoodiano anni ’50 è più che un’operazione nostalgia l’espressione della loro ammirazione per quella che era “una macchina perfettamente organizzata per produrre un certo tipo di film. Non è il nostro cinema, non è quello che facciamo noi, ma di certo un sistema perfettamente efficiente e per questo anche interessante da raccontare”.

I fratelli Coen, da parte loro, chiariscono a più riprese che il loro pirotecnico omaggio al cinema hollywoodiano anni ’50 è più che un’operazione nostalgia l’espressione della loro ammirazione per quella che a loro avviso era «una macchina perfettamente organizzata per produrre un certo tipo di film. Non è il nostro cinema, non è quello che facciamo noi, ma di certo un sistema perfettamente efficiente e per questo anche interessante da raccontare».

Poi i due registi difendono l’autonomia del processo creativo rifiutando gli accostamenti provocatori accostamenti tra la loro messa in scena della caccia alle streghe degli anni ’50 con la possibile elezione alla Casa Bianca, di Donald Trup. « due fenomeni entrambi strani, ma in cui non vedo collegamenti o possibili comparazioni» conclude Ethan Coen salutando la platea dei giornalisti a cui la delegazione ha offerto uno spettacolo degno del film che era venuta a presentare.

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