Bella e perduta, Pietro Marcello: i sogni e le fiabe raccontano la verità | Giornale dello Spettacolo
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Bella e perduta, Pietro Marcello: i sogni e le fiabe raccontano la verità

Dopo la calorosa accoglienza al Festival di Locarno, arriva nelle sale italiane il 19 novembre 2015 il nuovo film di Pietro Marcello: Bella e perduta.

Bella e perduta, Pietro Marcello: i sogni e le fiabe raccontano la verità
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28 Ottobre 2015 - 15.22


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Dopo il successo di pubblico e critica in concorso al Festival di Locarno e l’ottima accoglienza a Toronto (nella sezione Wavelenghts, la più innovativa del festival), Bella e perduta di Pietro Marcello (già regista de La bocca del lupo e Il passaggio della linea) sarà nelle sale italiane il 19 novembre 2015, distribuito da Istituto Luce Cinecittà.

Il film è stato scritto dallo stesso regista con Maurizio Braucci ed è interpretato da Tommaso Cestrone, Sergio Vitolo e Gesuino Pittalis, con la partecipazione straordinaria della voce di Elio Germano.

Dalle viscere del Vesuvio, Pulcinella, servo sciocco, viene inviato nella Campania dei giorni nostri per esaudire le ultime volontà di Tommaso, un semplice pastore: mettere in salvo un giovane bufalo di nome Sarchiapone.
Nella Reggia di Carditello, residenza borbonica abbandonata a se stessa nel cuore della terra dei fuochi, delle cui spoglie Tommaso si prendeva cura, Pulcinella trova il bufalotto e lo porta con sé verso nord. I due servi, uomo e animale, intraprendono un lungo viaggio in un’Italia bella e perduta, alla fine del quale non ci sarà quel che speravano di trovare.

«Ho imparato a guardare l’Italia contemplando il suo paesaggio dai treni, riscoprendo di volta in volta la sua bellezza e la sua rovina – ha commentato il regista. Spesso ho pensato di realizzare un film itinerante che attraversasse la provincia per provare a raccontare l’Italia: bella, sì, ma perduta. Anche Leopardi la descriveva come una donna che piange con la testa tra le mani per il peso della sua storia, per il male atavico di essere troppo bella».

Pietro Marcello ha poi aggiunto: «Quando mi sono imbattuto nella Reggia di Carditello e nella favola – perché di favola si tratta – di Tommaso, “l’angelo di Carditello”, il pastore che con immensi sacrifici ha deciso di dedicare tanti anni della sua vita alla cura di un bene artistico abbandonato, ho visto una potente metafora di ciò che sentivo la necessità di raccontare: dopo la morte di Tommaso, prematura e improvvisa, Bella e perduta – nato inizialmente come un “viaggio in Italia” destinato a toccare altre tappe – è diventato un altro film, sposando fiaba e documentario, sogno e realtà».

«Carditello è l’emblema della bellezza perduta e della lotta del singolo, dell’orfano che non si arrende a un meccanismo incancrenito di distruzione e disfacimento; e allo stesso tempo questa storia così radicata nella Storia del nostro Paese indaga un tema, quello del rapporto tra uomo e natura, mai così universale, a ogni latitudine», ha concluso il regista.

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