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L’America degli esclusi scuote Cannes: incontro con Minervini

Successo di critica a Cannes per il film. Il 7 giugno il regista sarà al Capodarco L’Altro festival: sarà l’unica sua presenza in Italia.

L’America degli esclusi scuote Cannes: incontro con Minervini
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22 Maggio 2015 - 16.07


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Un’America profonda e precaria, esclusa, chiusa in se stessa. E che, al di là di qualche aspetto folcloristico, si preferisce non far vedere. È ciò che Roberto Minervini ha raccontato fin dal suo primo film-documentario, ma che ha portato all’estremo in “Louisiana (the other side)”, il film proiettato ieri al Festival di Cannes, in concorso nella sezione Un Certain Regard. Un’opera che ha colpito la critica, ormai concorde nel ritenere il regista italiano tra le figure più interessanti a livello mondiale, e che il pubblico potrà vedere dal 28 maggio nelle sale.

Minervini seguirà “Louisiana” in un piccolo tour italiano, prima di una vacanza per recuperare le forze dopo un lavoro che, come ha detto, lo ha completamente “svuotato”. E tra le date già fissate spicca già quella di domenica 7 giugno, quando per la prima e unica volta, dopo molti anni, Minervini tornerà “a casa”, ospite dell’anteprima del Capodarco l’Altro festival, presso la Comunità di Capodarco di Fermo. Il regista quarantaquattrenne è infatti nato proprio a Fermo ed è cresciuto nella vicina Monte Urano, allontanandosene prima per la Spagna e poi per gli Stati Uniti dove ha lavorato per qualche anno nella finanza. La sua “svolta” è legata all’11 settembre 2001, quando è stato riconosciuto vittima indiretta della strage (la sua azienda aveva una sede nel World Trade center) e con l’indennizzo in denaro che gli è toccato ha potuto assecondare la sua passione di video e fotoreporter iscrivendosi a un master di Media studies. In seguito ha realizzato quattro lungometraggi, sviluppando uno stile molto personale: documentari che emergono da lunghi mesi di convivenza con i protagonisti, che man mano accettano la macchina da presa che li segue delicatamente nel quotidiano, e che accettano anche di collaborare in alcune parti del film in base al “copione” suggerito dal regista.

Lousiana, scritto da Minervini insieme alla moglie Denise Ping Lee, racconta la storia di un territorio invisibile, il nord dello stato americano, abitato da veterani in disarmo, adolescenti taciturni, tossicodipendenti in cerca di una via d’uscita, spogliarelliste, anziani che hanno perso la voglia di vivere, ma che pure sono disperatamente attaccati alla vita. Un paese in cui la disoccupazione arriva al 60% e dove le persone sono distrutte dalla povertà e dalle anfetamine, spesso fatte in casa. Un film duro, “crudo” secondo alcuni, un “film politico” lo ha definito l’autore, che avverte però come il suo cinema si distacchi dallo stile di “denuncia” di Michael Moore.

“La prima cosa che ho percepito quando sono arrivato in Louisiana è stata la rabbia. Le persone che ho incontrato – racconta il regista – mi hanno subito fatto entrare nelle loro vite, facendomi capire chiaramente il loro desiderio di essere ascoltate e prese in considerazione”. Un’umanità nascosta, che vive ai margini della società statunitense e che cerca di reagire all’evidente minaccia di essere dimenticata dalle istituzioni. Le storie di Mark, Lisa, Jim si incrociano con quelle degli altri membri della comunità, persone reali filmate in contesti reali, che si trasformano nei personaggi del film nel momento in cui diventano essi stessi i protagonisti della storia della loro vita. “Nei miei lavori voglio catturare la realtà, quello che vedo – spiega Minervini – . Per questo non c’è alcun tipo di recitazione. Ci sono invece interpretazioni della vita reale, scelte insieme alle persone che ho filmato”.

Nell’incontro del 7 giugno a Capodarco, Minervini sarà intervistato dal critico Dario Zonta, che è anche uno dei produttori dell’opera per Agat Films & Cie e Okta Film, in coproduzione con ARTE France Cinéma e Rai Cinema.

Il festival vero e proprio si svolgerà invece dal 22 al 27 giugno con proiezioni di film e documentari, incontri con registi e attori e degustazioni enogastronomiche di prodotti locali selezionati da Tipicità. E con la visione e l’ascolto e la premiazione dei cortometraggi del IX Premio L’Anello debole. Il programma è in via di definizione e l’organizzazione è a cura di Redattore sociale.

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