Roveran: piantiamo alberi in memoria dei migranti morti | Giornale dello Spettacolo
Top

Roveran: piantiamo alberi in memoria dei migranti morti

Dedicare una pianta, con le sue radici e la sua forza vitale, alla memoria delle anonime vittime delle stragi del mare. E ricordare che ognuno di noi può cambiare il mondo.

Roveran: piantiamo alberi in memoria dei migranti morti
Preroll

GdS Modifica articolo

5 Maggio 2015 - 18.24


ATF

L’albero del migrante. “Finalmente ce l’abbiamo fatta. Oggi 4 maggio 2015 un ciliegio ancora in fasce ha salutato il suo tristissimo recipiente ed è stato accolto dalla terra umida di una sponda del Reno a Bologna. Sia chiaro… è solo un semplice gesto, non mi ha fatto sentire migliore perché nessuno ci potrà assolvere delle morti che concediamo, che non vogliamo impedire, o che vorremmo tanto poter impedire ma che non riusciamo a fermare… No. Piantando questo piccolo arbusto non mi sono sentita migliore ma garantisco che farlo mi ha fatto riflettere sul fatto che basterebbe poco per esserlo almeno un po’. Che potremmo essere un po’ tutti meno insulsi e apatici e irresponsabili e rognosi e insensibili e…potremmo essere un po’ tutti più dignitosi. ‪#‎lalberodelmigrante‬ per me è l’albero della Dignità”.

Queste le parole di Maria Roveran, a corredo di una serie di foto belle, di lavoro con le mani nella terra, per piantare un albero. Per dare un segno forte alla vita, all’idea che abbiamo della vita, della nostra e di quella degli altri. Di chi la getta nell’indifferenza di ogni giorno e di chi la rischia alla ricerca di pane, di libertà, di un destino meno truce per i propri figli. Di chi la perde in mare e di chi non si arrende all’impermeabilizzazione di massa delle coscienze. Di chi non accetta che una tragedia di questa portata si trasformi in un breve retorico intermezzo mediatico di lacrime e compassione. Destinato a finire nello spazio dello spot pubblicitario.

Per questo come Globalist appoggiamo l’iniziativa. Invitiamo chi ha coscienza a mettere le mani nella terra e nel fango. A dedicare una pianta, con le sue radici e la sua forza vitale, alla memoria delle anonime vittime delle stragi del mare.

Il comunicato delle tre ideatrici dell’iniziativa L’albero del Migrante.


Nella notte tra il 19 e il 20 aprile 2015 più di 800 persone partite dalle coste del Nord Africa hanno perso la vita in un naufragio. Uomini, donne e bambini come noi, con famiglie come le nostre, amori, passioni, sogni da realizzare. Il mare li ha inghiottiti nella notte per poi riabbracciarli per
sempre, loro chiedevano solo di poter vivere come noi, unica colpa essere nati a sud del mondo.

L’albero del migrante vuole ricordare ogni persona che ha perso la vita in mare, darle una degna sepoltura piantando un albero. Per ricordarli uno ad uno e generare vita dal loro sacrificio. Quello che L’albero del Migrante auspica è di arrivare a novecento o anche più alberi piantati ovunque nel mondo. Quando raggiungeremo insieme a te il nostro obiettivo, saremo tutti parte di un memoriale verde che vivrà con noi e crescerà con noi. Creeremo un’opera d’arte digitale in continua evoluzione, per rendere omaggio e ridare dignità a
chi è morto in mare. Ti chiediamo quindi collaborazione, ti chiediamo di essere semplicemente umano.

Alessia Arcolaci, Karole Di Tommaso, Angela Maria Laudato

[url”Tumblr”] https://www.tumblr.com/blog/lalberodelmigranteuniverse[/url],

[url”Facebook”]https://www.facebook.com/lalberodelmigrante?fref=ts[/url],

[url”Twitter”]https://twitter.com/AlberoMigrante[/url],
oppure inviate le vostre foto all’indirizzo: lalberodelmigrante@gmail.com


Che il Mediterraneo di morte non diventi anche la tomba della nostra coscienza, di quell’etica che dovrebbe aiutarci a capire e agire per la giustizia sociale e non per il vantaggio egoistico di pochi contro la morte per fame, per povertà o guerre di tutti gli altri. Globalist ha anche pubblicato recentemente un repotage corale da Tunisi, che affronta in altro mnodo questo tema.


Clicca sull’immagine per sfogliare il reportage corale su Tunisi, sulle tragedie del mare, sui migranti scomparsi.


Native

Articoli correlati