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Il Guardian attacca il set romano di 007

Il Guardian critica il set romano di 007 che vale, però, 50 milioni di Euro. Per caso la nuova Hollywood sul Tevere dà fastidio alla Pinewood londinese?

Il Guardian attacca il set romano di 007
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4 Febbraio 2015 - 12.02


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Di Marco Spagnoli e Chiara D’Ambros

@marco_spagnoli

Rimbalza fino alle pagine on line di the Guardian la denuncia degli attivisti romani di “basta cartelloni” che nel loro blog sollevano la questione del degrado di vari siti di Roma dove sta per essere girato il prossimo 007, come si legge nell’articolo di Ben Child.

Per la nuova avventura Spectre dell’affabile e sofisticato agente segreto britannico James Bond, quale location potrebbe essere più perfetta di Roma, dove si intrecciano gli stili architettonici tra classico, barocco e rinascimentale tra piazze vie e parchi di rara bellezza?

Ma a tre settimane dall’arrivo di Sam Mandes e della sua troupe, per l’inizio delle riprese del 24esimo film ufficiale di 007, gli attivisti segnalano che le immagini da cartolina della Città Eterna sono assai lontane dalla realtà della capitale italiana invasa da graffiti e immondizia sparsa ovunque.

Stanno per essere girate a Roma numerose scene chiave per [i]Spectre e secondo programma sarebbero previsti inseguimenti notturni nel centro storico, in Corso Vittorio Emanuele II – mentre stato vietato di girare all’incrocio Quattro Fontane grazie alla fragilità dell’architettura.

E’ inoltre prevista una scena che ha già suscitato molto clamore, in cui 007 si butta dall’elicottero col paracadute su Ponte Sisto, il famoso ponte del Quindicesimo secolo, attualmente pedonale.

Ma scrivendo sul blog Basta Cartelloni, gli attivisti sognalano di prestare molta attenzione alle scritte che imbrattano questa location. Molte foto mostrano Ponte Sisto sporco e pieno di graffiti e spazzatura. In simile condizioni sembra essere anche il Lungotevere Farnesina dove dovrebbe essere girato un altro inseguimento.
“Conoscendo da mesi le date in cui doveva essere girato il film, perché a Roma non hanno risolto questi problemi presenti nelle varie location” si chiede l’autore del post di questo blog. “le autorità non sono state informate in tempo per organizzare la pulizia dei muri? Davvero il sindaco Ignazio Marino, il presidente Nicola Zingaretti e il ministro della cultura Dario Franceschini, vogliono che si veda tutto questo sullo sfondo di Spectre?”

Lucia Ritrovato, portavoce di Marino, ha dichiarato all’Independent che il sindaco è sicuro che la città sarà pulita prima dell’arrivo della troupe. “Deve essere assolutamente fatto, e lo faremo in tempo.”

I protagonisti eccellenti di Spectre saranno Daniel Craig, che torna a interpretare 007 per la quarta volta, assieme a Cristoph Waltz, due volte premio Oscar, l’attrice francese Léa Seydoux e Monica Bellucci tra gli attori non protagonisti. Mandes si presenta per la seconda volta come regista, dopo il successo di un ottenuto con Skyfall nel 2012, con un box office di un miliardo di euro. L’uscita del film è attesa il 23 Ottobre in Gran Bretagna, il 6 Novembre negli Stati Uniti.
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Fino qui l’articolo del Guardian che, lo ricordiamo, è uno dei più autorevoli giornali del mondo, ma questo ‘attacco a Roma’ e al set di 007, insinuando una certa indadeguatezza strutturale della città ad accogliere la produzione, desta non poche perplessità.

E’ vero, nessuno sciovinismo da parte nostra con Globalist.it e Giornale dello Spettacolo da sempre vicini alle questioni reali del decoro e del degrado della città. Riconosciamo che Roma può essere ‘sporca’ e piena di sgradevoli graffiti, ma poiché James Bond insegue pericolosi criminali e assassini, forse, questa circostanza è un po’ fuori luogo nel sollevare timori per quello che riguarda “lo sfondo” della città.

Che la città sia “fragile”, è anche vero, soprattutto perché girare a via delle 4 fontane tra il Quirinale e Piazza Barberini, per non parlare di Via Nazionale e il Viminale significherebbe andare lì non con Daniel Craig, un fonico e una macchina da presa, bensì con qualcosa come minimo sei / otto TIR.

Per quanto reduce da anni di abbandono, Roma resta un monumento e gli ostacoli sacrosanti per i bus turistici, restano anche per i Tir pieni di begli attori, Bond girls, ma anche attrezzisti, stunt men, fonici, tecnici degli effetti visivi e tutto il resto…

Lasciando, poi, perdere la questione traffico che può essere considerata come una sacrosanta scelta “politica” del Sindaco pur di riportare la Capitale al centro dell’attenzione internazionale della produzione
con tutto quello che ne consegue per l’occupazione e il cash flow così come accadeva negli anni Cinquanta e Sessanta dove Roma, però, era molto diversa sul piano urbano.

Da grandi appassionati di James Bond “colpisce”, però, che l’articolo arrivi proprio quando Roma sta vivendo l’alba di una nuova ‘Hollywood sul Tevere’ grazie agli incentivi del Tax Credit firmati dal Ministro Franceschini e dal Governo di Matteo Renzi, nonché di tanti operatori del settore come la Roma Lazio Film Commission guidata da Luciano Sovena e Cristina Priarione, e lo sforzo di tanti produttori esecutivi di livello mondiale come Enzo Sisti, Marco Valerio Pugini e Erik Paoletti, solo per citarne alcuni…

Sul piatto, a fronte di questioni tecniche necessarie di approfondimento, come la presunta inadeguatezza strutturale di una città problematica ad un grande set hollywoodiano, ci sono 50 milioni di Euro che la produzione spenderà a Roma,e che – secondo i classici moltiplicatori – dovrebbero portare ad una ricaduta sul territorio laziale di circa 4 – 6 volte tanto.

Eppoi ci sono Ben Hur, Everest Zoolander 2 e Christ The Lord girati non a Londra o nell’Europa dell’Est, ma a Cinecittà e Matera con tantissimo denaro per l’industria audiovisiva italiana e – in particolare – laziale. Soldi che evidentemente non potranno essere spesi altrove come, ad esempio, a Pinewood, il grande studio alle porte di Londra, dove il costo del lavoro incide sulla produzione solo per il 15% rispetto al 35% dell’Italia.

E allora? Pur certi dell’indipendenza del Guardian e della sua totale indifferenza alle questioni produttive e concorrenziali di Pinewood (che peraltro ospita anch’esso un ‘pezzo’ del film di Bond e Star Wars solo per citarne alcuni), per noi che siamo cresciuti nel timore dello Spectre basta ricordare che l’Italia adora 007 (non a caso il nostro paese è quello che nella storia ha ospitato il numero più alto di produzioni bondiane) e che siamo certi che il team di lavoro locale con alcuni tra i più importanti filmaker del settore faranno il massimo per fare dimenticare le brutture e l’eventuale monnezza che 007, siamo certi, sarà in grado di sconfiggere, almeno, cinematograficamente dopo i tanti pericoli vissuti in oltre mezzo secolo di onorato servizio.

Chissà, forse, parte di quei soldi serviranno a restaurare la città e a renderla pronta ad ospitare, anche nel suo cuore antico e barocco TIR e maestranze per le prossime avventure bondiane.

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