A cura di Stefano Miliani
Quando Amadeus lascia la prima conferenza stampa a festival avviato, quella del mercoledì, per deve seguire le prove, quando Fiorello prende il suo posto al centro del tavolo davanti ai cronisti, Sanremo sembra materializza un dato di fatto: Rosario Fiorello non fa da accompagnatore al festival, non è il direttore artistico ma controlla la scena e ci mette una sua dose di divertimento e imprevedibilità che rallegra il clima. Infatti rimprovera pure ai cronisti nel roof dell’Ariston di prenderla troppo sul serio. E al vicedirettore di Rai1 Claudio Fasulo, che ha avuto come autore, lo showman siciliano non risparmia un rimbrotto: «Fasulo, sei contento? Tu non sei mai contento».
Intanto sulla sua gag in abito talare riceve la “benedizione” del vescovo di Sanremo monsignor Antonio Suetta: “Un simpatico sketch in stile sanremese con un Fiorello molto simpatico che ha utilizzato ironia e parole di delicatezza”. Lo showman legge a tutti la notizia dell’Adnkronos: “Era l’abito di don Matteo, un abito di spettacolo, se può portarlo Terence Hill perché non io?”
Nella seconda serata, fisiologicamente a rischio calo d’ascolti rispetto alla prima, lo showman sarà ancora più presente. Anticipa: “A me piace cantare infatti stasera canterò una canzone inedita che è così bella che se fosse stata in gara avrebbe vinto, ma io non vinco mai niente, mai vinto cose sportive né premi sulla canzone non essendo cantante, né sono questo un fenomeno a cantare, né canto canzoni di spessore, il mio testo più profondo dice ‘sì o no’. Stasera mi piacerebbe ricevere il premio della critica e come premio chiedo a voi giornalisti il lumino d’oro, lo creiamo qua, me lo deve portare uno di voi, alla fine della canzone, ci state? Se vi piace la canzone giornalisti vi chiedo il premio il lumino doro. Come si intitola la canzone? La classica canzone di Sanremo, scritta appositamente”. Domani, giovedì, “ho la libera uscita, mi riposo” (andrà a giocare a tennis a Bordighera, lo annuncia lui stesso), “tornerò poi venerdì e sabato”.
Dopo di che saluta i giornalisti con un “ho finito, tornate alla vostra tristezza”, ma non ha affatto vero, non finisce il suo show permanente. Perché Rosario dà questa sensazione: si diverte un mondo a fare il battitore libero senza avere il fardello e l’onore della guida suprema del festival. Proclama: “Da ospite non tornerò più a Sanremo, da conduttore, no, non lo so, non sono ancora adatto. Potrei tornare da cantante, farei tre minuti al giorno, mi piacerebbe tornare in gara e farei il cantante serio, ho tanti amici, chiedo un pezzo a Jovanotti”.
E dopo aver eletto a momento più bello della prima serata “a parte Rula” l’esibizione di Achille Lauro in manto nero e scalzo alla maniera francescana per poi spogliarsi e restare in tutina lamé, “è spettacolo”, racconta di aver lavorato per un’agenzia di pompe funebri da ragazzo: prendeva le telefonate e faceva da autista con un mezzo che non funzionava granché, non si divertiva proprio e, direbbero gli inglesi, non era la sua “cup of tea”.