Arriva in prima visione in chiaro in Italia The State, lo sconvolgente serial britannico che “entra” letteralmente nel Califfato, nel mondo dei radicalisti islamici e dei futuri foreign fighters. Al centro della storia, le vite di quattro giovani musulmani britannici radicalizzatisi online che, decisi ad unirsi alla Jihad, partono per la Siria divisa tra Califfato e governo di Bashar al-Assad.
Trasmessa nel Regno Unito da Channel 4, e nel resto del mondo da National Geographic, The State arriva in prima visione in chiaro su Focus, da mercoledì 30 maggio, alle ore 22.00.
Scritta e diretta da Peter Kosminsky (Golden Globe per Wolf Hall e Bafta per Wolf Hall, Britz, The Government Inspector, Warriors, No Child of Mine), la miniserie in quattro episodi The State racconta con grande chiarezza la quotidianità intrisa d’ideologia di chi sceglie di vivere nello stato islamico. Sebbene sia romanzato – ha spiegato Kosminsky – ho fatto ricerche approfondite per anni. E con questa serie cerco di mettere in luce le motivazioni che portano i nostri giovani a scegliere di rinunciare alle proprie vite per andare a vivere in Siria. Uomini e donne nati e cresciuti nella democrazia, liberi, ma che decidono di dedicare la propria esistenze alla causa dell’Isis.
Una miniserie che è stata però causa di grandi polemiche in Inghilterra. Nonostante l’apprezzamento da parte della critica e del pubblico l’ex consigliere del governo britannico per l’antiterrorismo Richard Kemp ha messo in guardia l’opinione pubblica sull’ascendente che The State avrebbe potuto avere sui soggetti più sensibili, definendo il telefilm come un agente di reclutamento dell’Isis. Un punto di vista poi ripreso da molti tabloid.
L’ex ministro conservatore Baroness Warsi è intervenuta nel dibattito con una tesi opposta: molti genitori non riescono a capire come i propri figli possano affiliarsi all’Isis. Spesso e con superficialità abbiamo definito queste persone attratte da ideologie violente, promosse in paesi lontani, come pazzi e disadattati. Ma in realtà le cose sono molto più complicate di così.
Il Guardian ha definito The State una serie intelligente, avvincente ed esplicita. Il Telegraph ha dato risalto ai commenti degli spettatori su Twitter, tutti positivi per come il telefilm abbia saputo cogliere ferocia e crudeltà dell’Isis. Positivi anche i giudizi dagli Usa. L’intento di The State, ha scritto The Atlantic, di far comprendere più profondamente le vite di uomini e donne che si uniscono all’Isis – senza per questo mitizzarli o demonizzare un’intera religione – era pressoché impossibile da realizzare. Ma The State, in qualche modo c’è riuscita.
Il Tomatometer di Rotten Tomatoes, infine, ha assegnato alla miniserie un punteggio dell’83% e un gradimento del 100% tra i suoi lettori. L’idea che la serie potesse rendere l’Isis affascinante o attraente, quindi, è stata respinta dalla maggior parte dei commentatori, che hanno trovato il drama potente e coinvolgente, lodandone regia e interpreti.
I protagonisti di The State sono Shakira Boothe (Ony Uhiara), medico, madre single di un bambino di nove anni, Isaac, che si reca in Siria nella speranza di contribuire alla causa lavorando in un ospedale; Jalal Hossein (Sam Otto), un giovane uomo che segue il percorso compiuto dal fratello maggiore, morto in Siria; Ziyad Kader (Ryan McKen), amico di Jalal, che spera così di vivere una vera avventura; Ushna Kaleel (Shavani Cameron), studentessa che vuole diventare una muhajirah, una Sposa della Jihad.