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L'equipaggio di Gazebo salpa su La7 con Propaganda Live: un 'tuffo' nell'agone politico

Stasera, il programma Propaganda Live prende l’avvio. A guidarlo, la squadra storica di Gazebo, da Bianchi a Makkox, da Damilano a Salerno.

L'equipaggio di Gazebo salpa su La7 con Propaganda Live: un 'tuffo' nell'agone politico
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29 Settembre 2017 - 12.02


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Stasera, in prima serata La7, il programma Propaganda Live prende l’avvio. A guidarlo, la squadra storica di Gazebo, da Bianchi a Marco Dambrosio (Makkox), da Marco Damilano al nuovo direttore di rete Andrea Salerno.

In uno studio (“per la prima volta ne abbiamo uno tutto nostro” dice sorridendo Diego Bianchi) a metà tra un vecchio cinema e una nave corsara, Propaganda Live “parte da dove eravamo rimasti – sottolinea il conduttore – non ci sono grandi cambiamenti, salvo quelli enormi per noi, di essere su un’altra rete, in prima serata e una volta a settimana. È tutt’altro campionato”.

Di Gazebo “restano tutte le persone e il modo di lavorare, leggere e tradurre la realtà”. Come nel caso del programma su Rai3 “per il titolo abbiamo scelto qualcosa rappresentasse al meglio il periodo che viviamo. Cinque anni fa la politica italiana era piena di gazebo. Da anni siamo nella fase della propaganda, che con la campagna elettorale crescerà. Noi ci buttiamo nell’agone, ci autodenunciamo, parliamo delle altre propagande e proponiamo la nostra, facendo satira, informazione e musica come piace a noi”.

Nella prima puntata sarà ospite Roberto Saviano “che parlerà delle tante propagande estive, come quella becera sui migranti e la sconcertante caccia alle streghe, di tutte le forze politiche, contro le ong” spiega Bianchi. In scaletta, fra i vari momenti, proprio un suo reportage a bordo della nave di una ong e le prime pillole dell’ironica scuola su come diventare bianchi/italiani, con alle pareti tra i numi tutelari, insieme alle foto del presidente Mattarella e della sindaca di Roma Virginia Raggi, anche Balotelli: “È per quegli immigrati che di fatto sono già italiani, ma che non vengono percepiti tali perché ai nostri politici non conviene”.

Ormai già da qualche anno La7 corteggiava Bianchi & Company e “quando Andrea è diventato direttore di rete abbiamo capito che era il momento” dice Zoro. A La7 “ci hanno garantito assoluta libertà, ma in fondo – aggiunge – è sempre stato così anche in Rai, visto che nessuno sapeva cosa avremmo fatto. E anche le note pressioni politiche arrivate a fine stagione non ci hanno riguardato”.

Come si fa informazione in un momento nel quale l’opinione pubblica, soprattutto sui social (che saranno ancora molto presenti nel programma) è dominata da rabbia e paura? “Facendo il proprio il lavoro con onestà e senza diventare lo strumento di qualcuno”.

Anche se toni come quelli di Grillo contro i giornalisti “sono preoccupanti. Lui la butta sempre tra serietà e scherzo, ma poi capita che a Rimini (alla kermesse Italia 5 Stelle, ndr) urlino a chi sta semplicemente facendo il proprio lavoro con una telecamera, “stupratori dell’informazione”.

Sui social “si sono raggiunti picchi assurdi. Lo abbiamo sperimentato anche noi, quando abbiamo annunciato il nostro passaggio a La7. C’era chi ci attaccava dicendo che stavamo andando su una rete grillina e chi voleva boicottarci perché ci stavamo vendendo al Pd. Ma se gli attacchi vengono da più parti va benissimo, vuol dire che stiamo lavorando bene”.

La strada “che utilizza Diego nell’informare – ricorda Salerno – è non accontentarsi mai delle notizie che passano da altre fonti o dai social, ma controllare i fatti sempre di persona, anche seguendo, magari tre ore di sedute alla Camera per avere una propria percezione di quello che accade. Lo sforzo è riportare le cose sempre il più fedelmente possibile, con un proprio punto di vista”.

 

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