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Sciolto per mafia il paese di don Camillo e Peppone

Il Comune di Brescello in provincia di Reggio Emilia è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose. E' il primo caso in Emilia Romagna.

Sciolto per mafia il paese di don Camillo e Peppone
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20 Aprile 2016 - 11.46


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Il Comune di Brescello in provincia di Reggio Emilia, noto anche per essere stato il paese dove vennero girati i film di Don Camillo e Peppone, è stato sciolto dal Consiglio dei Ministri per infiltrazioni mafiose. La decisione del governo è arrivata dopo la richiesta del prefetto, dopo la relazione della commissione d’accesso e dopo le consultazioni con forze dell’ordine e magistrati. E’ la prima volta che succede in Emilia Romagna.

Le prime reazioni politiche.

Salvini: abbiamo vinto. “Bene lo scioglimento del comune di Brescello per infiltrazioni mafiose. Una vittoria della Lega: abbiamo restituito il paese alle persone. Se ci siamo noi, la criminalità organizzata resta fuori”. Lo dice in una nota il segretario federale della Lega Nord Matteo Salvini.

M5s: è finita come doveva. La parlamentare M5S di Reggio Emilia Maria Edera Spadoni e i parlamentari pentastellati della Commissione antimafia commentano: “E’ finita come doveva finire ed il Movimento 5 Stelle si auspicava e chiedeva da tempo. E’ una vittoria della legalità. Il Comune di Brescello, il paese di Peppone e Don Camillo, è stato sciolto per mafia come proponeva il Prefetto di Reggio Emilia. Le responsabilità politiche di chi ha portato a questa situazione dovranno essere indagate fino a fondo2.
“Ribadiamo che solo pochi giorni fa erano emersi nuovi fatti inquietanti dal punto di vista politico. Francesco Grande Aracri, condannato per mafia che intervistato da Ferruccio Sansa difendeva l’ex sindaco Marcello Coffrini definendolo «un galantuomo lo hanno fatto dimettere solo perché mi ha difeso» – spiegano i parlamentari M5S -. Sempre pochi giorni fa un altro quotidiano, la Gazzetta di Reggio scopriva che il padre di Coffrini junior, Ermes Coffrini, per anni sindaco Pd e DS era stato dal 2002 al 2006 avvocato al Tar per i Grande Aracri in procedimenti in Calabria. Fatti politicamente inaccettabili2.
“Ora dalla lettura degli atti della Commissione di accesso si vedranno tutti gli intrecci di anni tra politica, imprenditoria e crimine organizzato. I mesi di Commissariamento dovranno servire per provare a ripulire ogni commistione con il crimine organizzato” spiegano i parlamentari M5S e Maria Edera Spadoni.

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