Bruno Vespa intervista il figlio di Riina ed è bufera sulla Rai. [url”L’azienda si schiera”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=87303&typeb=0&la-rai-difende-vespa-su-riina-e-corretto[/url] dalla parte del conduttore e conferma l’intervista: ‘Polemiche preventive’. Al termine di una giornata di [url”proteste e polemiche”]http://www.globalist.it/Detail_News_Display?ID=87297&typeb=0&vespa-e-riina-l-ipocrisia-della-rai-e-dei-suoi-vertici[/url], dunque l’azienda ha confermato il via libera a Bruno Vespa, motivando la propria scelta con il diritto di informazione. Duro il presidente del Senato Pietro Grasso: ‘Io non la guardo’. Per il conduttore, invece ‘conoscere la mafia significa per combatterla’. Ma la Bindi, a capo della commissione Antimafia, attacca. La Vigilanza interviene sugli ospiti.
Così, dopo la scelta di mandare in onda l’intervista nella trasmissione di Porta a Porta al figlio di Totò Riina, Salvo, in occasione dell’uscita del suo libro, la Commissione parlamentare Antimafia ha convocato per oggi alle 16 i vertici Rai. Ovvero la presidente della Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall’Orto, per una audizione urgente sulla vicenda dell’intervista al figlio di Riina nella trasmissione Porta a Porta su Raiuno.
Rosy Bindi. Dura la presa di posizione della presidente della commissione Antimafia Rosy Bindi. “Mi auguro – aveva detto la Bindi – che in Rai ci sia un ripensamento. Ma se questa sera andrà in onda l’intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che ‘Porta a Porta’ si presta ad essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all’Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai”.
Vigilanza, verso l’atto di indirizzo su ospiti in tv. Il presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Roberto Fico, ha proposto di adottare un atto di indirizzo sugli ospiti in trasmissioni come Porta a Porta. E’ quanto emerso nella riunione a San Macuto in cui si è discusso anche dell’intervista di Bruno Vespa al figlio di Totò Riina. Il tema verrà posto all’ordine del giorno in tempi rapidi. Sul caso verrà inoltre convocato in Vigilanza il direttore di Rai1, Andrea Fabiano.
Vespa, per combattere la mafia serve conoscerla. “Tra poco trasmetteremo l’intervista a un mafioso. E’ Salvo Riina, il figlio di Totò Riina, il capo dei capi della mafia”. Lo ha detto Bruno Vespa lanciando all’inizio del programma Porta a Porta l’intervista del figlio di Totò Riina e sottolineando: “Un ritratto sconcertante, certo, ma per combattere la mafia – che tuttora è potente e gode di protezione diffuse – bisogna conoscerla. E per conoscerla meglio c’è bisogno a nostro avviso anche di interviste come questa”. “Ciascun spettatore si farà liberamente si farà liberamente una propria opinione, grazie anche al dibattito che ne seguirà con la partecipazione tra l’altro del figlio di una delle vittime della strage di Capaci e uno dei fondatori di un’associazione antipizzo”, spiega Vespa illustrando il dibattito che seguirà all’intervista – registrata – al figlio di Riina e che vede, tra gli ospiti, Antonio Emanuele Schifani, figlio di Vito Schifani (uno degli agenti della scorta di Falcone rimasto ucciso nella strage di Capaci. “Abbiamo intervistato il figlio di Totò Riina perché per la prima volta avremo occasione di conoscere la mafia dall’interno della sua famiglia. Ventiquattro anni di latitanza trascorsi senza quasi nascondersi, una complicità diffusa, la solidarietà della totale della famiglia”, conclude il conduttore di Porta a Porta.
L’intevista. Salvatore Riina junior, figlio del boss più spietato di Cosa Nostra, ha risposto alle domande di Vespa come può rispondere un figlio: “Amo mio padre – ha detto – non sono io a doverlo giudicare”. Alla domanda su Falcone e Borsellino non ha voluto rispondere per “evitare strumentalizzazioni”: “Ho rispetto per i morti – ha detto – ho rispetto per tutti i morti”.
Alla luce delle sentenze, semmai, impressiona la sua testimonianza sul giorno dell’attentato di Capaci, il 23 maggio 1992, quando i killer della mafia uccisero Giovanni Falcone, la moglie e la scorta. “Ricordo il fatto, avevo 15 anni, eravamo a Palermo e sentivamo tante ambulanze e sirene, abbiamo cominciato a chiederci il perché è il titolare del bar ci disse che avevano ammazzato Falcone, eravamo tutti ammutoliti. La sera tornai a casa, c’era mio padre che guardava i telegiornali. Non mi venne mai il sospetto che lui potesse essere dietro quell’attentato”.
“Non posso condividere l’arresto di mio padre”. “Per me lo Stato è l’entità in cui vivo, rispetto lo Stato, a volte non condivido leggi e sentenze”, ha detto Riina jr, e alla domanda sulla considerazione che l’arresto del padre fosse, come sottolineavano i tg di allora, “una vittoria dello Stato”, ha risposto: “Non lo condivido, perché è mio padre, mi hanno portato via mio padre, non potrei condividerlo”.
Bindi: “È negazionismo della mafia”. Contro l’intervista si era alzato fin dalla mattina un coro di dissenso, a partire dalla presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, che all’annuncio aveva chiesto una retromarcia della Rai: “Se stasera andrà in onda l’intervista al figlio di Totò Riina, avremo la conferma che Porta a Porta si presta a essere il salotto del negazionismo della mafia e chiederò all’Ufficio di Presidenza di convocare in Commissione la Presidente e il Direttore generale della Rai”.
La decisione Rai: “La puntata va in onda”. La Rai non è tornata sui suoi passi, confermando la messa in onda dell’intervista, ma precisando che “per offrire un ulteriore punto di vista contrapposto a quello offerto dal figlio di Riina, ‘Porta a Porta’ ospiterà domani sera una puntata dedicata alla lotta contro la criminalità e a chi alle battaglie contro le mafie ha dedicato la propria esistenza anche a costo della vita. Tra gli altri saranno ospiti il ministro dell’Interno Angelino Alfano e il presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone”. E a sostegno della scelta, la Rai puntualizza: “Le polemiche preventive nate sulla puntata di Porta a Porta si sono sviluppate intorno a una trasmissione che nessun italiano ha ancora visto”. Nella nota, la Rai spiegava che Bruno Vespa avrebbe incalzato il figlio di Totò Riina, già condannato per mafia, “senza fare sconti al suo rapporto di rispetto verso il padre nonostante gli atroci delitti commessi”.
E Bersani non va. Intanto, però, avuta conferma della messa in onda, Pier Luigi Bersani ha dato forfait. La presenza dell’ex segretario del Pd era prevista nella prima parte della trasmissione. Vespa avrebbe respinto le richieste che in un primo momento gli sarebbero arrivate dai vertici della Rai, sotto pressione anche per il deciso intervento del sindacato Usigrai e della stessa Federazione nazionale della stampa.