Assemblea del Tg3. C’è chi torna a proporre la gestione della direttora quando dalla riunione s’alza la voce di un vice direttore. Pur vicino alla direttora, sorprende e dice:” Lasciamo stare la direttora, è il passato, pensiamo al futuro…”. Prove tecniche – diciamo – di futuro; di quel futuro sempre più prossimo che, lasciatasi l’estate alle spalle, s’avvicina a grandi passi. Nel frattempo, eccoli i Tg tradizionali, ecco come arrivano all’appuntamento.
TG1 – Il Tg di Orfeo ogni giorno conferma il ruolo che ha, mix equilibrato di news dal mondo (forse si potrebbe fare qualcosa in più), attenzioni per istituzioni e politica, cronaca attenta, tanta cronaca, iniziative sul territorio. Quando hai visto il Tg1 delle 20 – tutto sommato – hai idea che ti è stato detto gran parte di quello che avresti voluto sapere. Un giornale si sfoglia dalla prima all’ultima pagina, ed hai il diritto che non vengano trascurati cultura, spettacoli e sport.
TG2 – Negli ultimi anni si è ritagliato un ruolo che conferma, ampliando l’offerta degli approfondimenti e delle rubriche. Tante storie, molta Italia. Ruolo che potrebbe portarsi come bagaglio nel nuovo che s’avvicina.
TG3 – Overdose di Palazzo che si mangia gran parte del telegiornale, scarsa attenzione al mondo. Nei giorni scorsi, a chiudere il Tg3 c’erano, nell’ordine, il Papa a Cuba, la vittoria di Tsipras e il servizio su un film di animazione. Cronaca solo quella “dovuta”. L’unico approfondimento, la notte, fagocitato il più delle volte dalla politica di Palazzo.
Così Tg1, Tg2 e Tg3 si avvicinano all’appuntamento della riforma.