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Agon Channel rischia di chiudere: ansia per i tanti giornalisti italiani

Parliamo della prima tv delocalizzata made in Albania che va in onda in Italia sul canale 33. L'editore è accusato di falso in documentazione e riciclaggio di denaro.

Agon Channel rischia di chiudere: ansia per i tanti giornalisti italiani
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9 Giugno 2015 - 15.25


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E’ dello scorso 9 maggio la puntata-inchiesta con i dubbi di Report sull’imprenditore e la sua avventura televisiva albanese con Agon Channel. E non è un caso che ogni volta che la Gabanelli tratta un’inchiesta di lì a poco qualcuno sarà costretto a dimettersi o venga indagato o addirittura arrestato.

C’è una grande preoccupazione nella redazione, l’emittente rischia infatti di chiudere e di far perdere il lavoro, nuovamente a tanti bravi giornalisti italiani emigrati a Tirana dopo aver patito per anni il precariato nel mondo dell’informazione italiano.

Ma cerchiamo di capire meglio cosa sta accadendo.
La procura albanese ha emesso oggi un ordine di cattura per l’imprenditore romano Francesco Becchetti, proprietario di Agon Channel, la prima tv delocalizzata made in Albania che va in onda in Italia sul canale 33 del digitale terrestre. Le autorità albanesi lo accusano di “falso in documentazione” e “riciclaggio di denaro”.

La stessa accusa anche per sua madre Liliana Condomitti, il suo collaboratore italiano Mauro de Renzis, nei cui confronti è stato emesso un ordine di arresto, ed Erjona Troplini, una collaboratrice albanese, finita in manette. Arrestata anche la dipendente di una banca a Tirana che avrebbe aiutato le “sospette transazioni” di Becchetti.

Su ordine di una corte di Tirana è stato sottoposto il sequestro del pacchetto azionario di Becchetti, in cinque società registrate in Albania dove l’imprenditore albanese deteneva il 60 per cento, tra cui anche Agon Set, proprietaria di Agon Channel in Albania. Sotto sequestro anche tutti I conti correnti attestati a lui ed alle sue società. L’inchiesta su Becchetti è stata avviata lo scorso anno, ed ha riguardato la sua attività nel settore dell’energia, ed in particolare il progetto per la costruzione di una delle più grandi centrali idroelettriche del paese, mai realizzata. Gli inquirenti sospettano che nel periodo 2007-2013, Becchetti, abbia messo su “un gigante schema di riciclaggio” che gli avrebbe fruttato, secondo la procura albanese “alcuni milioni di euro”. Becchetti avrebbe inoltre evaso anche il fisco per una somma di oltre 5 milioni di euro. Tutti soldi che gli inquirenti sostengono siano investiti nelle sua altre società in Albania o finiti nei suoi conti bancari. L’avventura italiana del canale, nato un anno prima in Albania, parte poco meno di un anno fa, il primo dicembre del 2014, presentata con una grande festa a Milano con ospiti tanti volti della tv italiana reclutati dall’intraprendente imprenditore. Becchetti, romano, 49 anni, un passato nel settore energetico, tra centrali idroelettriche e trasformazione dei rifiuti, aveva prima già investito nell’editoria cartacea in Albania. Non solo, aveva anche acquistato anche una squadra della terza serie inglese, il Leyton Orient. A Tirana la tv è ospitata in un capannone di 2000 metri quadri, 7-8 metri di altezza, dove c’è la redazione, lo studio, tecnici, artisti e giornalisti.

La squadra era stata messa su in pochi mesi e il nuovo canale – il 33 del digitale terrestre – era partito il 1 dicembre del 2014. Era stata Simona Ventura a tenere a battesimo il lancio del canale televisivo Agon Channel Italia, in un gala milanese con ospite Nicole Kidman. Francesco Becchetti del resto dichiarava subito di aver investito nell’impresa 40 milioni di euro. Una spesa che contava di ammortizzare con l’1% di share previsto per il primo anno e una raccolta pubblicitaria di 20 milioni di euro.

Il canale si presenta come un’alternativa alle reti generaliste puntando su volti noti dell’intrattenimento italiano, come Sabrina Ferilli, Pupo, e Maddalena Corvaglia il cui reality My bodygard viene travolto presto dalle critiche.

Viene reclutato anche Antonio Caprarica che però lascia polemicamente già a metà dicembre, dichiarando è impossibile lavorare.

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