Era una riprova delle potenzialità del cineturismo già il progetto pensato con il Ministro della cultura Franceschini, che prevedeva una mappatura dei luoghi della nostra penisola che hanno visto girate le scene più iconiche del cinema. Ora, sono i dati a parlarci chiaro.
Perché, se a farci muovere è sempre e comunque una passione, quella per i luoghi che ci hanno fatto sognare alla tv e ancora di più sul grande schermo è sempre più forte. Ecco allora che si può trarre spunto e ispirazione dal Piemonte tra Alba, Mango e Santo Stefano Belbo visto in Una questione privata dei fratelli Taviani, dai campi del grande tennis internazionale protagonisti del film vincitore Borg McEnroe, dalla Madrid periferica di Abracadabra di Pablo Berger, dalla Bucarest di In Blue di Jaap van Heusden o ancora dalla cittadina della costa francese dove si muovono Catherine Deneuve e Diane Kruger di Tout nous sépare.
Una dinamica forte che genera sui territori toccati un ritorno economico non indifferente. A fare i conti è una ricerca di Jfc, società specializzata in indagini sul turismo. “Le produzioni straniere rappresentano un volano eccezionale per comunicare le bellezze dell’Italia. Il cineturismo in Italia – afferma Massimo Feruzzi, amministratore unico di Jfc e responsabile dello studio – genera sui territori dove avvengono le riprese un beneficio economico pari a 261 milioni 783 mila euro. Di questi, la maggior parte, 198 milioni circa, è data da quanto ‘lasciano’ le produzioni durante le riprese, mentre è minore il valore economico generato da coloro, italiani e stranieri, che scelgono di soggiornare nei luoghi di tali riprese: 63 milioni 878 mila euro. Si calcola, infatti, che i turisti che soggiornano in una località per il solo fatto che lì siano state registrate scene di un film siano 594.800: 508.400 sono italiani e i restanti 86.400 sono invece stranieri. Riusciamo però a raccogliere solo l’1,2% dei soggiorni di “movie-tourist” internazionali”.
Anche la televisione fa la sua parte: basta pensare all’Umbria di Don Matteo e ovviamente alla Vigata di Montalbano, luogo immaginario ma fortemente desiderato, tanto che la ricerca su Google porta 222.000 risultati. Un luogo inesistente ma chiaramente collocato nella mente degli italiani… Viene da chiedersi chi fosse mai andato in vacanza a Santa Croce Camerina, dove si trova Punta Secca, prima che “Il Commissario Montalbano” di Andrea Camilleri arrivasse sugli schermi.
Venendo alle mete italiane attualmente in testa alle location più utilizzate – considerate “film friendly” – c’è la “Toscana” che risulta essere la regione più utilizzata per girare film e produzioni straniere con ben il 14,5% delle preferenze. A seguire, troviamo la “Puglia” (9,2%), il “Trentino” (6,9%), la “Sicilia” (6,5%), il “Piemonte” (6,1%), il “Veneto” (5,6%) e la “Lombardia” (5,3%) ed il “Friuli Venezia Giulia” con il 5,2%. Tutte le altre regioni hanno indici inferiori al 5% ma certo non potenzialità più basse. Secondo Jfc tra le location con maggiori potenzialità per “conquistare” produzioni estere in futuro c’è ancora la Toscana e in particolare l’area di Siena e provincia e la Val d’Orcia, ed a seguire Montepulciano, Lucca, Firenze e Pisa.
Nelle altre regioni, le località/ambiti territoriali considerate con maggiori potenzialità sono le Dolomiti (Veneto), il Salento (Puglia) e Torino (Piemonte). A seguire, grande interesse futuro viene riservato anche a Capri e Napoli (Campania), Trieste (Friuli Venezia Giulia), Roma (Lazio), Bologna (Emilia Romagna), Mantova (Lombardia), Siracusa (Sicilia), Matera (Basilicata), Venezia (Veneto) e alla Val Pusteria (Alto Adige). Per trarre ispirazione ci si puo’ perdere sul sito www.italyformovies.it, il portale nazionale delle location e degli incentivi alla produzione, realizzato da Istituto Luce-Cinecitta’, in collaborazione con l’associazione Italian Film Commissions e sotto il coordinamento del Mibact.