Faye Ward: dalle 'Sufragette' a Stanlio & Ollio | Giornale dello Spettacolo
Top

Faye Ward: dalle 'Sufragette' a Stanlio & Ollio

La produttrice inglese di 'Suffragette' in sala in questi giorni annuncia il biopic su Stanlio & Ollio con John C.Reilly & Steve Coogan e la serie ispirata dalle 'Chocolate Wars'.

Faye Ward: dalle 'Sufragette' a Stanlio & Ollio
Preroll

GdS Modifica articolo

5 Marzo 2016 - 15.56


ATF
I film ‘facili’ non esistono

Intervista a Faye Ward

Di Marco Spagnoli

@marco_spagnoli

“Non esistono film facili da realizzare e Suffragette è stato complicato da molti punti di vista. Sentivamo, infatti, il bisogno di riuscire a raggiungere un pubblico il più vasto possibile attraverso questa storia che non era mai stata affrontata del cinema. Soprattutto volevamo restituire a queste donne la dignità e l’importanza che ancora oggi in Inghilterra si stenta a riconoscere loro.” Faye Ward, la produttrice di Suffragette, già in passato alle spalle di film come Tamara Drewe e Jane Eyre
, spiega in maniera molto chiara perché la realizzazione della sua ultima creatura per il grande schermo, costata circa 10 milioni di Sterline, doveva riuscire a resistere alla pressione di un’aspettativa molto alta da parte del pubblico domestico ed internazionale, nonché del mercato. “Abbiamo impiegato circa cinque anni a trovare il tono della storia e il punto di vista migliore. Ad un certo punto abbiamo completamente riscritto la sceneggiatura. Pochi giorni prima delle riprese abbiamo perso gran parte del budget, per i cambiamenti societari all’interno di Focus e così solo grazie a Pathé siamo riusciti a terminare la storia nella maniera in cui io, la sceneggiatrice Abi Morgan e la regista Sarah Gavron avevamo immaginato.”

Ovvero?
Un film con una storia molto rilevante per il presente e – in un certo senso – ‘muscolare’, non un racconto in costume pieno di graziosi cappellini d’epoca…qualcuno avrebbe preferito che noi girassimo una pellicola del genere…almeno questa è la mia impressione.

Eppure il budget è di tutto rispetto…
E’vero, ma se avessi, per assurdo, girato una storia del genere con più attori uomini allora sarebbe stato semplicissimo trovare i soldi e ne avrei perfino trovati molti di più. In questo senso abbiamo sempre pensato a Carey Mulligan come protagonista, mentre non abbiamo mai offerto a Meryl Streep la parte se non poco tempo prima delle riprese. Lei doveva essere ‘la ciliegina sulla torta’ e non il cuore della produzione. Meryl è stata fantastica ed è arrivata nella nostra storia per recitare in maniera magnifica e non per dare un valore aggiunto al prodotto. Del resto lei è una professionista straordinaria: oltre ad essere una delle più grandi interpreti della storia del cinema sa tutto di produzione, distribuzione e marketing. Ci ha sostenuto con tutta la sua grazia, simpatia ed esperienza.

Cosa l’attirava personalmente di produrre questo film?
Senza dubbio mi piace lavorare in maniera continuativa, sebbene non esclusiva, con le stesse persone. Mi divertiva l’idea di tornare a collaborare con Sarah e con Abi e spero che alla fine della nostra carriera potremo dire di esserci incontrare per un film almeno una volta ogni tre anni. Oltre a questa motivazione posso dire di essere particolarmente interessata a storie che raccontano i perdenti e che hanno qualche elemento politico. Sono convinta che il cinema sia una cosa importante e che possa fare delle cose altrettanto importanti cambiando la vita delle persone. Certo, l’obiettivo principale è intrattenere il pubblico, ma per quello che mi riguarda ritengo che la forza delle storie debba potere toccare le vite degli spettatori.

Lei produce sia film che serie Tv: perché ha scelto il primo media per raccontare la storia di Suffragette?

Perché anche se la televisione ha un’eco più ampia, è il cinema che può incidere di più quando racconti alcune storie. Un film può essere presentato ovunque con maggiore felicità e anche se la Tv è più ‘facile’, è il mezzo cinematografico ad avere una maggiore forza ed ‘urgenza’. Per noi era una questione ‘viscerale’.

A cosa sta lavorando adesso?

A Stan & Ollie, la storia di Oliver Hardy e Stan Laurel durante il loro ultimo tour nel Regno Unito negli anni Cinquanta. E’ un racconto di grande amicizia scritto da Jeff Pope (Philomena) e ha come protagonisti John C.Reilly e Steve Coogan. Mi affascina l’idea di due persone che vivono insieme per anni, che divertono da morire tutto il mondo e che – per caso – sono anche “Stanlio & Ollio”. Sto anche lavorando ad una serie televisiva su un gruppo di maestri cioccolatai quaccheri che attraverso questo commercio finanziavano una società equa e sostenibile. Il profitto veniva diviso tra tutti quanti e non per arricchirsi smodatamente da parte di alcuni. Un’utopia realizzata attraverso il successo di una barretta di cioccolata…

Lei sceglie soggetti sempre molto interessanti…

Quando ho letto il libro di Deborah Cadbury Chocolate Wars: The 150-Year Rivalry Between the World’s Greatest Chocolate Makers ho capito immediatamente che doveva diventare una serie televisiva. Lo stesso quando ho letto il soggetto di Jeff Pope su Stan & Ollie e mi ha proposto un Tv Movie, ma io ho capito immediatamente dovesse diventare qualcos’altro. Lavoro su progetti che mi interessano sul piano della narrazione, dell’entertainment e dal punto di vista sociale.

Native

Articoli correlati