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Gasparri dà del flop a Veltroni, ma non è proprio così

Gasparri attacca il film di Veltroni per l'incasso. Il politico di Fi non tiene conto di alcuni fattori: copie e il malsano botteghino italiano, in primis.

Gasparri dà del flop a Veltroni, ma non è proprio così
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8 Maggio 2015 - 14.55


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«Dispiace che tanto talento vada sprecato. Tutti sono stati bombardati dal lancio del nuovo film di Veltroni. Paginate sui giornali, tv in ginocchio, presentazioni con vippaio da prima Repubblica, giuste lodi per l’attenzione ai bambini. Spese faraoniche della tromboneggiante nomenklatura di Sky. Sembrava fosse uscito nelle sale Via col Vento. Poi il silenzio. E già. Dura la realtà. Primo fine settimana: l’opera veltroniana proiettata in 92 sale incassa 104.206 euro». A parlare è Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato della Repubblica. E’ evidente che il politico di Forza Italia poco conosce il (malconcio) box office italiano. Non sa che quando un film, distribuito in meno di cento copie, supera i 100mila euro c’è da stappare bottiglie di champagne. Non serve di certo un matematico per capire che l’opera di Veltroni nei quattro giorni canonici di un fine settimana, ha portato a casa una dignitosissima media per sala di circa 1200 euro.

Il senatore ha continuato nel suo proloquio: «Ora gli incassi totali si aggirano attorno ai duecentomila euro. Sono state più le bocche lodanti che gli spettatori. Un flop record di cui nessuno parla. Roba da Guinnes dei primati negativi. Segnaliamo la notizia rammaricati. La propaganda è stata tanta. Le sale in quantità ma vuote, manco si trattasse di un filmetto per pochi intimi come quelli della Guzzanti. Paese sventurato l’Italia. Ha Veltroni sotto casa, non ne approfitta. Sky per riprendersi dalla botta farà un’altra fiction spazzatura tipo ‘1992’».

Chi ama il cinema, non può che restare male per certe dichiarazioni. La politica (tutti i politici!) dovrebbero lavorare per far in modo che il nostro cinema torni ad essere un’industria, costola dell’economia, settore in cui si posso finalmente tornare ad assumere. Gasparri dovrebbe impegnarsi per far in modo che un film distribuito in poche copie riesca a fare incassi tre volte superiori e non fermi solo al colore politico del regista.

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