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Martha Capello: vi presento il Meeting dei giovani produttori italiani

Intervista con la presidente dell'associazione dei giovani produttori cinematografici italiani in vista del meeting di Pescara (12-15 marzo 2015).

Martha Capello: vi presento il Meeting dei giovani produttori italiani
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10 Marzo 2015 - 15.36


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di Davide Monastra

“A ventisette anni, quando ho intrapreso la professione di produttrice, mi sono resa conto che non esisteva un’associazione, così mi è venuto in mente di crearne una”. È così che Martha Capello ha spiegato i motivi che l’hanno spinta a dar vita nel 2007 all’Agpci, l’associazione dei giovani produttori cinematografici di cui oggi è presidente e che riunisce circa 80 produttori indipendenti impegnati nel campo del cinema e della televisione. “Quando ho iniziato questo lavoro mi sono ritrovata a scontrarmi con un settore che non aveva nessun tipo di cura e assistenza nei confronti dei giovani produttori emergenti”. L’associazione, cresciuta nel corso degli ultimi anni ed entrata recentemente a far parte dell’Agis, da quattro anni organizza il Meeting Internazionale dei Giovani Produttori Indipendenti, che si svolgerà a Pescara dal 12 al 15 marzo 2015: “Il nostro obiettivo principale è di trasformare l’appuntamento da Nazionale a Internazionale, grazie alla presenza di numerosi ospiti stranieri”.

Quali sono le novità della quarta edizione del Meeting Nazionale dei Produttori Cinematografici?

Il meeting di Pescara è di dimensioni maggiori rispetto agli altri che abbiamo già organizzato. Ma non parlo a livello di partecipazione, infatti abbiamo sempre avuto un riscontro molto alto, nonostante gli incontri siano stati sempre organizzati in Regioni de-localizzate e non centrali: una scelta che abbiamo fatto fin dall’inizio per mettere alla prova la determinazione dei produttori che partecipano ai nostri eventi. Intanto come prima novità posso dire che sono aumentati i giorni: da i due e mezzo, ai quattro giorni del 2015. In più quest’anno offriamo un meeting più ricco dal punto di vista dei relatori, saranno circa 90. Sarà interessante confrontarsi soprattutto con i relatori internazionali, che per la prima volta parleranno in un nostro evento. Recentemente l’Agpci ha firmato due importanti accordi con le associazioni dei produttori americani (Producers Guild of America) e inglesi (Producer Guild UK), che parteciperanno all’evento. È un modo per mettere in pratica un nostro obiettivo, quello del networking. Inoltre così possiamo mostrare, anche se il termine non mi piace particolarmente, ai produttori italiani come può essere impostato un pitch che può funzionare anche per l’estero: non tutti lo sanno. In Italia spesso anche chi produce con l’estero, non è per forza in grado di sostenere un pitch internazionale.

Quali sono state le tappe che hanno portato alla nascita dell’Agpci?

La prima riunione costituenda è stata subito un successo, nonostante le remore di qualcuno. Hanno aderito 40 produttori. Come ogni realtà che nasce, in un primo momento ci siamo confrontati e conosciuti: non è stata un’associazione nata da un gruppo di persone che si conoscevano in precedenza, come di solito accade. È cominciata con un gruppo di sconosciuti che si sono dati un appuntamento al buio, uniti da una comune necessità di essere rappresentati. I primi anni sono stati faticosi perché ci siamo dovuti confrontare sui massimi sistemi, sulle ideologiche su che cos’era per noi l’associazione, come la vedevamo. Ci siamo scontrati, finché non siamo riusciti a sintetizzare tutto e darle vita. Inoltre dal terzo anno, abbiamo deciso di rappresentare anche altre categorie, come i produttori indipendenti e non solo i produttori under 40, proprio perché negli anni molte produzioni non rappresentate da altre istituzioni ci hanno chiesto di partecipare e di aderire alla nostra associazione. Adesso la realtà è consolidata, offriamo un tipo di contenuto che non si trova altrove, molto internazionale, orientato al networking, alla trasparenza, al dialogo e a combattere tutti gli ostacoli che impediscono ai produttori di accedere a determinati uffici e quindi di accedere al mercato. Con il Meeting Nazionale dei Produttori Cinematografici di Pescara, a cui parteciperanno i principali Acquisition Manager internazionali dei broadcaster e dei distributori, cerchiamo proprio di far circolare i progetti.

Come vede una giovane produttrice il mercato italiano?

Il mercato io lo vedo in fermento e in crescita. La delocalizzazione dei fondi dal potere centrale alle Film Commission, alcuni fondi automatici ha creato un movimento e una vivacità nel nostro settore. Spesso i giovani produttori non lavorano su Roma e per questo che noi dell’Agpci siamo una realtà nazionale, composta da consigli regionali, proprio perché la produzione nasce in tutta l’Italia e laddove c’è un fondo regionale che sostiene il territorio c’è una grande vivacità. Allo stesso tempo il tax credit, uno strumento automatico, ha dato una possibilità a tutti per realizzare i propri prodotti e vedo che stanno venendo fuori dei progetti davvero innovativi.

Come è stato l’ingresso in Agis per l’Agpci?

Siamo appena entrati in Agis, c’è grande entusiasmo e abbiamo grandi aspettative. Abbiamo voglia di condividere e confrontarci, per me entrare in Agis significa dare un genitore all’associazione (ride, ndr.): è come dare una sorta di guscio, all’interno del quale crescere e rafforzarci. Significa non aver paura delle nostre idee e confrontarci con una realtà più grande e con più esperienza. Ricevere anche un incoraggiamento. Ricevere i complimenti del presidente Fontana, una persona di esperienza e di grande cultura, per il meeting di Pescara per me è stato una cosa molto bella.

Fermento e crescita sono termini che stai usando spesso, eppure c’è chi dice che il cinema in Italia è perennemente in crisi.

Io non credo che il cinema sia in crisi. In Italia si parla di crisi perché ci piace lamentarci, ma dovremmo smetterla. Stiamo andando incontro a un periodo storico in cui il cinema sopravviverà solo se saremo capaci di coinvolgere anche le persone esterne a questo mondo. Se ci si approccia al cinema con un atteggiamento da catastrofisti, che era una dinamica che funzionava quando il cinema era assistito dallo Stato, adesso non va più bene. Bisogna creare entusiasmo, invogliare e far aumentare la fiducia agli investitori esterni: per questo non va più bene dire che il cinema è in crisi, anche perché non si dice una cosa vera.

Quali sono le prossime iniziative dell’Agpci?

Ci stiamo organizzando, abbiamo tantissime idee. Abbiamo deciso come direttivo di prendere un respiro e organizzarci anche alla luce di questo ingresso in Agis. Stiamo per organizzare un convegno sulla distribuzione 2.0 che sarà subito dopo il meeting di Pescara. Sicuramente continueremo ad organizzare Sinergie, incontri periodici che organizziamo ogni anno. Questi sono due eventi confermati. Adesso secondo me si creerà una factory anche con la collaborazione dell’Agis per analizzare le nuove idee che verranno fuori.

Distribuzione 2.0? Che cosa intendi di preciso?

E… non ti posso dire niente: questa sarà proprio una sorpresa. Questo termine incuriosisce ed è nato da un’idea del vicepresidente di Agpci Fabio Segatori, ma al momento non dirò niente. Che cos’è si scoprirà nei prossimi mesi.

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