Il prossimo passo sarà l’assemblea degli azionisti del 21 novembre 2014, dopodiché Sky cambierà volto, diventando ufficialmente il network più grande d’Europa. La britannica BSkyB ha infatti completato l’acquisizione di Sky Italia e di una partecipazione di maggioranza in Sky Deutschland, facendo nascere così il gruppo leader dell’intrattenimento in Europa.
Il nuovo colosso dell’audiovisivo potrà contare su 20 milioni di clienti, distribuiti su cinque paesi del vecchio continente (Italia, Germania, Austria, Regno Unito e Irlanda, con 31.000 dipendenti in 30 sedi principali. Con un budget complessivo per la programmazione di 5,7 miliardi di euro, Sky sarà il principale investitore in contenuti televisivi in Europa e un’azienda all’avanguardia nella fornitura di servizi broadcast, on-line e su piattaforme mobili.
L’ amministratore delegato sarà Jeremy Darroch, che supervisionerà il nuovo gruppo, continuando a guidare le attività nel Regno Unito e in Irlanda, mentre Andrew Griffith resterà come direttore finanziario. Nessun cambio invece al vertice di Sky Italia e Sky Deutschland Ag, che continueranno ad essere guidati dagli attuali amministratori delegati, Andrea Zappia e Brian Sullivan.
Nell’immediato futuro la nuova realtà dell’intrattenimento televisivo, punta a incrementare i propri clienti, cercando di convincere le 60 milioni di famiglie europee ad abbonarsi alla pay tv.
L’amministratore delegato di Sky, Jeremy Darroch, ha dichiarato: “Le tre Sky insieme saranno ancora migliori. Abbiamo l’opportunità di creare un gruppo che traccerà la strada e plasmerà il nostro settore in futuro. I nostri clienti beneficeranno del lancio di nuovi formidabili servizi e offriremo loro una Tv sempre migliore, dando una forte spinta all’innovazione in tutti i mercati in cui operiamo. Uniti in un unico gruppo condivideremo i nostri punti di forza e tutta l’esperienza maturata, mantenendo una forte identità in ciascuno dei nostri paesi. Abbiamo davanti un’opportunità concreta e siamo convinti che la nuova Sky porterà benefici non solo ai clienti, ma anche ai creatori di contenuti e agli azionisti”.