Pirateria: oscurato il sito Ddlstorage | Giornale dello Spettacolo
Top

Pirateria: oscurato il sito Ddlstorage

L’operazione ‘Italian Black Out’ assesta un duro colpo alla cyber criminalità: 20 denunciati. Affari illegali da 1,3 milioni di euro.

Pirateria: oscurato il sito Ddlstorage
Preroll

GdS Modifica articolo

5 Luglio 2014 - 15.52


ATF

Consentiva l’accesso a milioni di opere protette dal diritto d’autore tra cui film, serie televisive, videogiochi e musica. Un vero e proprio canale di diffusione di file pirata gestito da italiani, ma che utilizzava server esteri. I militari delle Fiamme gialle di Cagliari, in collaborazione con i colleghi di Roma, hanno assestato un altro duro colpo alla cyber criminalità: E’ stato oscurato infatti il sito internet Ddlstorage, il più grande sito di cyberlocker italiano e sono state denunciate le 20 persone, che producevano per il sito un fatturato di 1,3 milioni di euro l’anno, in modo illegale.

Il cyberlocker è quel servizio di archiviazione dati, che permette agli utenti di caricare materiale informatico dando la possibilità ad altri di scaricarlo. Nella giornata di ieri però, grazie all’operazione “Italian Black Out”, è stato inibito l’accesso dall’Italia a Ddlstorage, dove erano presenti materiali audio, video e multimediali coperti da copyright.

Nel corso delle indagini, i finanzieri si sono concentrati soprattutto sul «veicolo» tecnologico, cioè sulle modalità in cui venivano archiviati e trasferiti i dati, riuscendo a provare il legame diretto con la società madre. I gestori del sito, secondo gli investigatori, avrebbero cercato di fidelizzare i propri utenti dietro compenso, coinvolgendoli quindi nell’attività illecita. A una parte delle persone che si occupavano di «caricare» film, serie televisive, videogiochi e materiale informatico venivano corrisposti pagamenti – si parla di migliaia di euro l’anno – proporzionati al numero di download dal sito che li metteva a disposizione illegalmente.

Grande soddisfazione per l’operazione portata avanti dai finanzieri è stata espressa da Anica, Agis, Fapav e Univideo.

SCRIVI A:spettacolo@globalist.it

Native

Articoli correlati