Mentre nel resto d’Italia i teatri riaprivano, la Sicilia rimaneva indietro, stretta ancora nella zona rossa che rendeva impossibile tornare ad abitare i luoghi della cultura. Per questo c’è ancora più entusiasmo nella voce di Laura Sicignano, direttrice del Teatro Stabile di Catania, finalmente pronto a tornare in scena con un ciclo di 4 spettacoli che animeranno la stagione estiva, con una rassegna chiamata Evasioni, “proprio per dichiarare che il Teatro ci consente di ritrovarci finalmente in uno spazio fisico e simbolico diverso da quello in cui siamo stati costretti in questi mesi, liberando lo sguardo e le idee”.
C’è ottimismo per questa riapertura, ora che le vaccinazioni sembrano finalmente aver raggiunto i primi risultati e il peggio – speriamo – è passato?
C’è soprattutto entusiasmo. Vedere il pubblico tornare a teatro, felice e curioso, ci riempie di ottimismo. Il teatro senza pubblico non ha senso. Certo, c’è molto lavoro prima del confronto con il pubblico, un lavoro che noi come Teatro Stabile di Catania non abbiamo mai interrotto, ma l’incontro finale con il pubblico dà senso e valore ai nostri sforzi. Quindi siamo euforici all’idea di ripartire, specie per questo ritardo che abbiamo avuto rispetto al resto d’Italia.
Mi può parlare meglio di questa stagione?
Il filo conduttore che lega le produzioni che animeranno l’estate è la Sicilia, ma declinata nel contemporaneo, nel presente. Gli spettacoli andranno in scena tra la Sala Verga e la Corte Mariella Lo Giudice di Palazzo della Cultura, così da moltiplicare gli spazi e le opportunità di fruizione nel rispetto delle norme di sicurezza.
Il primo di questi è ‘A Cirimonia di Renato Palazzolo, che ha già debuttato il 18 maggio e sarà in scena fino al 27, co-prodotto con il Teatro Biondo di Palermo e già vincitore del Premio dell’Associazione Nazionale dei Critici Italiani. Si tratta di una ‘non storia’, non avendo una classica struttura narrativa: due personaggi ripetono all’infinito una cerimonia con lo scopo di ricordare un fatto traumatico che ha segnato terribilmente il loro passato, ma questa cerimonia continua a fallire. È uno spettacolo emotivamente intenso, retto dalla straordinaria bravura dei due attori protagonisti (Enzo Vetrano e Stefano Randisi), che tocca temi quali i rapporti umani e il senso della nostra esistenza effimera.
Il secondo spettacolo, che ha debuttato lo scorso 20 maggio, è L’Ultimo degli Alagona, di Nino Martoglio (fino al 30 maggio), con la regia di Elio Gimbo e i Pupari della Marionettistica Fratelli Napoli. Quella dei Pupi è una tradizione siciliana antichissima risalente fino al 1700, portata avanti da generazioni dalla Famiglia Napoli e dalla straordinaria Opera dei Pupi. Questo spettacolo vuole essere un esperimento, unendo sia i Pupi che attori in carne e ossa. Si tratta anche di una celebrazione del centenario della nascita di Nino Martoglio,autore che Catania ama moltissimo, con una sua opera che non è mai stata rappresentata prima, sulla rivoluzione e sull’impossibilità di un amore.
Sempre nella Corte del Palazzo della Cultura andrà in scena un Pirandello molto poco rappresentato, La Nuova Colonia (Dal 10 al 20 giugno), adattato e diretto da Simone Luglio per un cast corale, giovane e vivacissimo. Tutti gli attori sono under 35 e portano in scena la storia di questo approdo su un’isola immaginaria, dove i protagonisti sono alla ricerca di un’utopica società perfetta.
Sempre nel solco della sperimentazione si posiziona Pinocchio (8-18 luglio), emozionante inedito di Franco Scaldati, adattato e diretto da Livia Gionfrida. Si tratta anche in questo caso di un testo mai sperimentato, che Livia affronta riportando la storia di Pinocchio dalla Toscana in Sicilia, con cambiamenti radicali di linguaggio.
Infine, a chiudere il ciclo di rappresentazioni estive, il regista Marcello Cutugno firma una commedia di Neil LaBute, tradotto in siciliano: l’originale Fat Pig diventa La Pacchiona (‘grassa’, in dialetto), che andrà in scena dal 21 al 31 luglio. Una storia acida, cattiva e per questo divertente, su un uomo che si innamora di una donna molto in carne e deve affrontare lo scherno degli amici. Una bella riflessione sul corpo, specie su quello femminile e sullo stigma che deve affrontare un corpo non conforme, ‘diverso’ dai canoni di bellezza.
E per quanto riguarda la stagione autunnale?
Nello sfacelo del lockdown e della pandemia, il Teatro Stabile di Catania ha comunque trovato il modo di salvare tutto, continuando a lavorare con artisti e maestranze. Ora abbiamo una ventina di produzioni pronte per essere mostrate al pubblico. Peraltro, abbiamo approfittato della chiusura per procedere a dei lavori di ristrutturazione del Teatro. Quindi è stato un momento di studio e di approfondimento artistico come anche di rinnovamento, nonostante la paura e la mancanza del pubblico fisico.
Quindi capirà che ora come ora il momento è frenetico: abbiamo un calendario che scoppia, non c’è un attimo di respiro, per fortuna. A settembre siamo pronti ad andare in scena con Una Fuga in Egitto di Turi Zinna, uno spettacolo particolarmente sentito che porta a riflettere sulle condizioni di tutte le famiglie costrette a fuggire come profughi da paesi in guerra oppure per avere salva la vita, come la sacra famiglia cui lo spettacolo è ispirato.
E poi, finalmente, da gennaio 2022 partirà il tour di Baccanti, produzione ferma da mesi a causa del Covid. Lo spettacolo è pronto e non nascondo che è una soddisfazione sapere che finalmente potrà andare in scena. A settembre annunceremo poi il resto della stagione, con un fitto calendario fino a maggio 2022.