di Giuseppe Cassarà
Il loro spettacolo, ‘Lu Cori non ‘nvecchia’, avrebbe dovuto chiudere la stagione teatrale del Teatro Stabile di Catania. Inaugurerà invece quella estiva, in un anno drammatico per i palcoscenici di tutto il mondo, rimasti senza attori e senza pubblico a causa della pandemia di Covid-19.
Stefano Randisi, che porta lo spettacolo in scena insieme ad Enzo Vetrano non nasconde la grande emozione che è stata tornare sul palco, con tutte le difficoltà che questo comporta.
In questo periodo non è cambiata solo l’Italia, è cambiato il mondo intero. Com’è dovuto cambiare questo spettacolo?
Tanto, per esempio a causa delle regole di sicurezza che ci impediscono di stare vicini sul palco. Questa situazione dà vita a delle scene surreali, come i personaggi di padre e figlia che non possono stare vicini ma parlano come se lo fossero. Ma nonostante tutto siamo tornati sul palco, e per questo non posso fare a meno di lodare il coraggio del Teatro Stabile di Catania. Sarebbe stato facile aprire la stagione con un monologo e invece si è scelto uno spettacolo con tanti attori. Tornare a provare è stato emozionante, ne avevamo tutti bisogno. La pandemia ha lasciato delle ferite che devono ancora essere risanate.
Parliamo dello spettacolo: cos’è ‘Lu Cori non ‘nvecchia’?
È un testo derivato dalla giustapposizione di vari brani del grande Nino Martoglio, patrimonio del Teatro siciliano. Abbiamo raccolto brani noti e scene meno conosciute e le abbiamo fatto vivere immerse in un’atmosfera onirica che però racconta molto della verità. Martoglio ha sempre avuto una grande attenzione nei confronti della vita che gli scorreva accanto e ha saputo ben descriverla.
Abbiamo cercato di creare un percorso nuovo, che non si ‘accontentasse’ di quanto è già stato fatto con i testi di Martoglio, ma che andasse un po’ in profondità. Anche per quanto riguarda la sua vita: l’unico elemento scenico sarà una porta, con un significato simbolico che rimanda però anche alla tragica fine dello stesso Martoglio. Un passaggio dalla vita alla morte, dal sogno alla realtà.
Sarà il primo spettacolo a tornare in scena a Catania. La città ha voglia di tornare a teatro?
Tantissimo, e siamo tra l’altro dispiaciuti perché, a causa delle misure di sicurezza per il Covid-19 non si riuscirà ad accogliere tutti coloro che vorrebbero assistere. La città non vede l’ora di tornare a teatro, ad avere un rapporto più vicino alla normalità. Questa è una ripartenza, certo, ma ‘finta’, perché bisognerà seguire delle regole che ci ricordano continuamente cosa è successo. Ma comunque è un inizio, un primo passo. E siamo sicuri che, come è stato emozionante per noi, lo sarà anche per il pubblico. Catania ha sempre vissuto di teatro.
L’antologia poetica dedicata a Nino Martoglio resterà in scena all’interno del cortile di Palazzo Platamone da oggi, 16 luglio, fino al 26 luglio.
Sul palcoscenico grandi talenti del teatro siciliano: oltre a Stefano Randisi ed Enzo Vetrano, Daniele Bruno, Cosimo Coltraro, Greta D’Antonio, Valentina Ferrante, Luciano Fioretto, Luca Fiorino, Lydia Giordano, Marcello Montalto, Manuela Ventura.