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Teatro pieno ma Marescotti non si presenta. Perché non l'hanno informato

A Faenza l'attore fa il tutto esaurito ma il teatro rispedisce gli spettatori a casa. L'agenzia dello spettacolo aveva cambiato data senza dirlo all'artista

Teatro pieno ma Marescotti non si presenta. Perché non l'hanno informato
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24 Gennaio 2019 - 13.20


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Che un attore versatile e di talento come Ivano Marescotti riempia un teatro in tutta franchezza fa piacere ma non è una sorpresa. Mercoledì sera il Masini di Faenza era infatti pieno per “La lingua neolatrina”, recital scritto da Maurizio Garuti sulle manie e le mode del linguaggio odierno inserito in una rassegna dell’Accademia perduta. Almeno 500 gli spettatori in sala. Che hanno preso posto, si sono seduti, hanno aspettato il levarsi del sipario atteso per le 21, hanno aspettato, hanno cominciato a guardarsi l’un l’altro, a mormorare, l’attore non si vedeva. Finché gli organizzatori hanno dovuto comunicare a malincuore, intorno alle 21.30, che lo spettacolo non si faceva più. Un malessere dell’attore? Per fortuna no. La spiegazione è stupefacente e l’ha fornita ai media locali lo stesso Marescotti: l’agenzia che gestisce lo spettacolo aveva cambiato la data ma, piccolo dettaglio, non lo aveva comunicato alla persona senza la quale lo spettacolo saltava, proprio Marescotti.

Ha spiegato lo stesso attore l’accaduto riprendendo il titolo di un film in cui ha recitato, “Cado dalle nubi”. A Marescotti avevano comunicato che andava in scena a Faenza il prossimo 8 febbraio “come da accordi presi lo scorso maggio”. L’artista ha cercato di capire cosa è successo. “Quella data è stata poi cambiata dall’agenzia che vende lo spettacolo insieme agli organizzatori, ma a me non è stato detto nulla. Non so chi abbia malamente interrotto la catena comunicativa, ma così è andata”, ha raccontato al Resto del Carlino.

Comprensibilmente è molto ma molto arrabbiato: “L’unico che fa davvero una brutta figura sono io. Mi scuso per i disagi che involontariamente ho arrecato alle centinaia di persone. Per me è una ferita aperta, perché so quanto sia necessario sputare sangue per riunire così tante persone a teatro”.

Intanto ha fissato una nuova serata, lunedì 11 febbraio. E mentre prova lo spettacolo “La chiave di Sara” che mette in scena domenica 27 al Teatro Titano di San Marino per la Giornata della Memoria, smentisce di essere stato irraggiungibile al telefono per un paio di giorni. “Non è assolutamente vero, il mio telefono è sempre acceso”, ha detto al quotidiano Marescotti. Se lo chiamavano in tempo, si fiondava al teatro. E ricorda che quando ha diretto per sedici anni il Teatro di Conselice in giornata sentivano sempre gli artisti in calendario per la sera. Forse, visto che il tema dello spettacolo era la “lingua neolatrina”, qualcuno ha aspettato “un attimino” di troppo. Nel frattempo l’agenzia si è assunta la responsabilità di quanto accaduto: “per un difetto di comunicazione tra l’agenzia e la produzione, a Marescotti è stata infatti comunicata una data diversa da quella effettiva di programmazione contrattualizzata con Accademia perduta”. Anche perché la direzione artistica di Accademia perduta / Romagna ha chiarito di non aver avuto alcuna responsabilità e che non era mai successo niente del genere,  fino all’altra sera .

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