Il “malato immaginario” di Molière è una persona che oggi definiremmo “bipolare”. Lo dice Gioele Dix alle agenzie in vista della commedia che dal 28 novembre al 17 dicembre approda al Teatro Eliseo di Roma dopo aver girato l’Italia con ottimi riscontri dal 2014. Andrée Ruth Shammah firma la regia di uno spettacolo che fu programmato come omaggio a Franco Parenti a 25 anni dalla sua morte.
Il versatile Gioele Dix dà voce a un ipocondriaco convinto di avere ogni tipo di male possibile, non esce di casa, sta sul letto, sulla poltrona, in bagno, sta sempre in vestaglia e non decide nulla mentre tiene le fila della casa, e del suo padrone, la cameriera Antonietta o Tonina. Eppure il personaggio chiave, Argante, per l’attore è malato, ma non di quello che crede lui: ‘Usa la malattia come difesa verso gli affetti che non è in grado di gestire. La commedia passa dall’allegria alla disperazione con squarci di profondità fantastici fotografando quello che siamo noi oggi. Ma questo è il genio di Molière. C’è l’umanità e c’è la ferocia. È crudele ma fragile. Oggi diremmo bipolare”. Il testo fu portato in scena per la prima volta a Parigi nel 1673.