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Fabrizio Falco è Galois: in scena allo Stabile di Torino

In scena martedì 5 al 17 aprile 2016 al Teatro Stabile di Torino - Teatro Nazionale: Galois di Paolo Giordano, con l’interpretazione e la regia di Fabrizio Falco.

Fabrizio Falco è Galois: in scena allo Stabile di Torino
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31 Marzo 2016 - 14.45


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Il Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale presenta in prima assoluta nella nuova Sala Pasolini del Teatro Gobetti, martedì 5 aprile 2016, alle ore 19.30, Galois di Paolo Giordano, con l’interpretazione e la regia di Fabrizio Falco, con la partecipazione in scena di Francesco Marino. Le scene sono di Eleonora Rossi, i costumi di Gianluca Sbicca, le luci di Daniele Ciprì, le musiche di Angelo Vitaliano. Aiuto regia Maurizio Spicuzza.

Lo spettacolo, realizzato in collaborazione con Minimo Comune Teatro e Officina Einaudi, sarà replicato al Teatro Gobetti – Sala Pasolini, per la Stagione in abbonamento del Teatro Stabile di Torino, fino a domenica 17 aprile.

Dopo vari successi letterari, a partire dalla Solitudine dei numeri primi (Premio Strega e Premio Campiello nel 2008), Paolo Giordano debutterà il 5 aprile a teatro con un monologo dedicato a Évariste Galois, figura romantica e tragica al tempo stesso, ancor oggi considerato uno dei più geniali matematici di tutti i tempi, ucciso in duello nel 1832 all’età di appena 21 anni. Giordano disegna un personaggio straordinario, e a dargli corpo e voce sarà Fabrizio Falco, talento della scena neanche trentenne eppure già vincitore del Premio Mastroianni e del Premio Ubu.

Évariste Galois (Bourg-la-Reine 1811 – Parigi 1832) è una figura romantica e tragica al tempo stesso, che ricorda più il temperamento di un grande poeta piuttosto che quello di un uomo di scienza. Il suo lavoro ha posto le basi per la teoria che porta il suo nome, la teoria di Galois appunto, un’importante branca dell’algebra astratta. Galois era un fervente repubblicano, ed è famoso un suo brindisi al Re con in mano un coltello: proprio questo brindisi lo portò in prigione e solo grazie a degli amici che testimoniarono a suo favore riuscì ad essere scarcerato. Pochi mesi dopo l’episodio del coltello, il giovane morì durante un duello, combattuto per salvare l’onore di una donna, con un colpo di pistola sparato da venticinque passi di distanza da quello che, se non un amico, era certamente stato un compagno di battaglie politiche. Durante la sua ultima notte di vita, certo che la fine stesse per giungere, si gettò a capofitto sui propri appunti per rimetterli a posto e scrisse una lettera all’amico Auguste Chevalier (matematico anch’esso).

Lo scrittore Paolo Giordano celebra la figura di Galois mescolando realtà e leggenda, e consegnandoci, attraverso la forma di una lettera, un monologo-confessione di grande intensità. Ne viene fuori il ritratto di un meraviglioso personaggio dai tratti irruenti e passionali: la passione matematica, la militanza politica, le delusioni, le amicizie e gli amori. Raccontare Galois oggi non è solo rivivere la storia di un matematico, è anche immedesimarsi in un intellettuale che viveva nel suo tempo e cercava di cambiarlo, una lezione che abbiamo il dovere di condividere con la contemporaneità.

In scena, nei panni di Évariste Galois, l’attore siciliano Fabrizio Falco, apprezzato sul grande schermo nel film di Daniele Ciprì È stato il figlio e ne La bella addormentata di Marco Bellocchio, ma che vanta anche una lunga militanza teatrale con vari registi, tra cui ricordiamo Luca Ronconi, Carlo Cecchi, Andrea De Rosa; proprio con De Rosa quest’anno ha interpretato una bellissima Fedra coprodotta dallo Stabile di Torino.

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