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Il Teatro dell’Orologio presenta la nuova stagione

Un cartellone con 49 spettacoli, quasi 500 alzate di sipario, eventi speciali, teatro ragazzi e formazione: ecco il Cambiamento Reale del multisala off romano

Il Teatro dell’Orologio presenta la nuova stagione
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30 Settembre 2015 - 17.37


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di Nicole Jallin

Rinnova i sani voti matrimoniali di comunione creativa e artistica, d’innovazione e ricerca, di fedeltà e condivisione culturale tra Spettatore e Teatro il “Cambiamento Reale” presentato dal teatro Orologio per la stagione 2015/2016: «Il nostro – ha spiegato il Direttore Artistico Fabio Morgan – è uno scambio di promesse d’amore e di passione tra gli artisti con i loro spettacoli e il loro desiderio di espressione, e il pubblico con la sua presenza e la sua curiosità di capire come il teatro contemporaneo racconti il nostro presente». Un presente che, tra metodici crisi e tagli, obbliga la multisala del centro storico, uno tra gli spazi teatrali off più importanti di Roma, a fare a meno di contribuzioni pubbliche: «la nostra – ha commentato Morgan – è una realtà che non ha nessun tipo di riconoscimento istituzionale e che vive tutte le angherie della più sterile burocrazia, ma che con coraggio continua a riconoscersi nella città come casa per tutti i giovani registi, autori e attori che lo animano, e per tutti gli spettatori che ci sostengono. Una casa che affonda le sue radici nel quartiere e nel municipio, e che vuole stringere ancora più il rapporto col territorio creando collaborazione con attività culturali e commerciali della zona. Crediamo che questa sia una condizione necessaria alla riuscita di ogni impresa. Crediamo che questo sia il vero Cambiamento Reale».

L’Orologio riparte dunque dalla forza vitale del teatro, dallo spettatore, dagli artisti e dal territorio, e propone un cartellone di 49 lavori con 15 prime nazionali, oltre 200 artisti coinvolti, 13 co-produzioni, 6 spettacoli dedicati ai più piccoli (tutti ad opera della compagnia Readarto), 5 eventi speciali (Ccw/Body Perform, In viaggio (verso il giorno dopo), Eden Festival di danza contemporanea; Inventaria e Dominio Pubblico Under25), un “Focus Premio Riccione” con drammaturgie vincitrici quali Sterili di Berardelli, Due fratelli di Paravidino, Homicide House di Aldrovandi, e 5 percorsi monografici.
E proprio il percorso del collettivo Proxima Res, diretto da Tindaro Granata, dà il via il 6 ottobre con un trittico di cronache d’abuso infantile, drammi interiori vissuti tre volte, e storie siciliane personali e famigliari, rispettivamente in Invidiatemi come io ho invidiato voi, Fuorigioco e Antropolaroid. Secondo appuntamento monografico con Teatrodilina e il matrimonio atipico di Le vacanze dei signori Lagonia, cui segue il road-movie Banane e dilemmi interiori de Gli uccelli migratori. E se i Doppiosenso unico sono protagonisti di tentati suicidi in La variante di E. K., di vicinanza tra gufi e alieni in Gu.Fo, di relazioni fraterne in Operamolla, i Maniaci D’Amore creano rapporti di astio affettuoso con Il nostro amore fa schifo, ragionano sulla morte rinnegata con Biografia della peste, e accusano i colpi di frustrazione e rimpianti con Morsi a vuoto.

Sono previste a ottobre storie di cinema con Hitchcock. A love story di CK Teatro, e a novembre con L’invenzione senza futuro dei fratelli Lumière della Compagnia DeiDemoni e Tedacà/Mulino di Amleto; storie di umanità straniere per gli Emigranti diretti da Giancarlo Fares e Siamo tutti buoni di Andrea Bizzarri, e storie di viaggi, mitologici e attuali, antichi e mentali, per l’Orfeo ed Euridice di César Brie concentrato sul limite tra eutanasia e accanimento terapeutico, per l’Ulisse di Selene Gandini in Viaggio verso Itaca, per la reclusione di Camille Claudel in L’Âge mûr nié – Lettere di Camille Claudel, regia di Paolo Bignamini, e per Antigone di Sofocle nella regia di Filippo Gili, che replica con gli Uffici Teatrali diretti da Francesco Frangipane con la triade riflessiva su vita e morte ne L’ora accanto, Dall’alto di una fredda torre e Prima di andar via.

Si prosegue con la nevrosi borghese moderna, al centro di Carnage. Il dio del massacro, diretto da Max Caprara; con la spiritualità grottesca delle personalità di Andrea Cosentino che ci aspettano a Lourdes; con i non-luoghi senza tempo dove si attende l’arrivo di LeonardoDiCaprio; con guida di Riccardo Festa, e con l’arte di Piero della Francesca. Il punto e la luce per la regia di Luca Ricci.

Ci sono poi le perversioni degli “uomini schifosi” di David Foster Wallace ne Il dono della compagnia Bluteatro e ci sono quelle per soli adulti de La bambola e La putana del Teatro Scientifico; ci sono gli orientamenti ambigui di Cock, testo di Mike Bartlett e regia di Silvio Peroni e c’è la condanna all’assenza di amore con Yesus Christo Vogue di Vucciria Teatro; c’è un vivere tra “esperienze e stronzate” con W l’amor-te di Bispuri-Roselli, e c’è un senso di mancanza della propria femminilità con Due donne sole di Sara Bertelà. La giovinezza è attraversata nell’euforia del calcio di Biancofango con In punta di piedi, nella rivisitazione del burattino di Collodi in Pinocchio vol 1. Redux di Andrea Carvelli e regia di Matteo Cusato, nelle personalità dimenticate di Padre figlio e sotto spirito, regia di Mauro Santopietro, nelle vite trascorse di Valzer a Facondo di Gianni Clementi diretto da Paolo Triestino e in quelle coniugali di Carne con Frosini/Timpano.

Infine, si palpalo le tensioni di animo delle ultime ore di un Kamikaze Number Five, diretto da Giuseppe Ingrò; si ascolta il terrore nascosto in un bunker di difesa dallo Stato Islamico per Love Bombing di Giuseppe Miale di Mauro; si assiste alla lotta di voci tra il Popolo e il Poeta che, provenienti da Shakespeare, attraversano Pasolini per giungere nella creazione di Paolo Mazzarelli e Lino Musella, a titolo Fatelo a pezzi per i suoi brutti versi; e si testimoniano, a maggio, le battaglie intime della drammaturgia di Philip Ridley adagiate da Carlo Emilio Lerici sul corpo di Monica Belardinelli in Dark Vanilla Jungle.

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