Dal 12 al 18 novembre 2014 andrà in scena al Teatro Libero di Milano “La Leggenda di Redenta Tiria”. Lo spettacolo è nato dall’amicizia tra Corrado d’Elia, interprete dell’opera, e lo scrittore Salvatore Niffoi, premio Campiello nel 2006 ed autore dell’omonimo romanzo da cui è tratta la pièce. D’Elia ha scelto di portare in teatro una grande storia dal sapore mistico e universale, radicata in una terra, la Sardegna, di cui sono evocate le asperità, la forza, la bellezza e la magia.
L’opera, un vero e proprio inno alla vita e al desiderio di combattere, guardando sempre positivamente al futuro, trasporta lo spettatore in riti ancestrali, legandolo all’interprete in un’atmosfera magica e sospesa, fatta di racconti e storie dal sapore antico, intrise di tradizioni e di credenze popolari. Quello immaginato da D’Elia è infatti un vero e proprio evento che si rinnova hic et nunc sera dopo sera, in una comunione fra l’attore sul palcoscenico ed il pubblico in sala.
Anche il luogo in cui è ambiantata “La leggenda di Redenta Tiria”, il paese di Abacrasta, è un luogo immaginario ma verosimile, situato nel cuore della Barbagia, terra avara e rocciosa, intriso di quella “religione” della vita che emerge in filigrana in quella che può essere considerata una favola dei nostri tempi cruda e atavica, ironica e universale, laica e poetica, dove è labile il confine tra la vita e la morte.
Per mettere in scena il lavoro, D’Elia ha scelto di utilizzare di una lingua ibrida, che mescola italiano e sardo in un concerto di voci, un flusso che si dispiega con naturalezza, con un accento forte e riconoscibile. Nonostante infatti lo stretto legame con la Sardegna, questa leggenda è di per sè una storia universale che racconta la condizione della vita dell’uomo e per questo si rivolge a tutti.