di Ludovico Conti
Da una parte c’è chi cerca di trovare soluzioni per salvare la sanità pubblica in crisi, dall’altra chi si concede check-up da 2.500 euro e lo mostra sui social come se fosse la normalità. È il paradosso della sanità italiana: mentre l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) propone di aumentare il prezzo delle sigarette di 5 euro a pacchetto per finanziare il nostro Sistema Sanitario Nazionale (SSN), influencer come Sfera Ebbasta lanciano messaggi su Instagram che sembrano arrivare da un’altra dimensione.
L’idea della tassa sulle sigarette potrebbe generare fino a 13,8 miliardi di euro l’anno, fondi necessari per un SSN in seria difficoltà. Ospedali pubblici sovraffollati, liste d’attesa infinite e risorse sempre più ridotte sono all’ordine del giorno, e quei soldi potrebbero dare una boccata d’ossigeno a un sistema che rischia il collasso. Nel 2023, in Italia, sono stati diagnosticati circa 40.000 nuovi casi di tumore al polmone, il 90% dei quali legati al fumo. Ogni anno, più di 93.000 persone muoiono a causa del tabacco, tra malattie oncologiche, cardiovascolari e respiratorie. L’idea di Aiom, supportata anche da Panorama della Sanità, è doppia: da un lato quella di disincentivare colpendo il portafoglio dei fumatori e l’altra il finanziare un SSN che avrebbe bisogno di più, specialmente dopo gli ultimi anni di crisi. E gli italiani, secondo i recenti sondaggi, sono in maggioranza favorevoli a questa nuova tassa.
Ma nel frattempo, sui social, in questi giorni i riflettori hanno puntato su Sfera Ebbasta. Il cantante, uno dei rapper più seguiti in Italia, ha recentemente condiviso la sua esperienza con un costoso check-up completo al San Raffaele di Milano. “Tutti dovrebbero farlo“, ha detto, consigliando ai suoi follower di prendersi cura della propria salute. Il messaggio, per quanto positivo, ha subito scatenato polemiche: quel check-up costa 2.500 euro, un importo che la maggior parte degli italiani semplicemente non può permettersi. E mentre il pubblico è costretto a mesi di attesa per esami di base, il privato offre servizi esclusivi per chi ha i mezzi.
Il sistema sanitario privato funziona a meraviglia per chi può permetterselo, e gli ospedali come il San Raffaele non si fanno scrupoli a cavalcare l’onda dell’influencer marketing, direttamente od indirettamente (nel caso specifico di Sferaebbasta non risulta nessun bollino #adv). Se un personaggio come Sfera Ebbasta dice che bisogna prendersi cura della propria salute, è difficile contraddirlo, ma il problema è che per la maggior parte degli italiani quella cura è fuori portata. E non a caso viene accusato di aver perso il contatto con la realtà, di essere un alieno o chi dice “mi sembra privilegio mascherato da consiglio per gli acquisti”.
Intanto, il SSN continua a vacillare. I 13,8 miliardi che si potrebbero raccogliere dalla tassa sul tabacco farebbero sicuramente comodo, soprattutto in un Paese dove un pacchetto di sigarette costa circa 6,20 euro, contro i 12 euro di Francia e Inghilterra. Un aumento di prezzo allineerebbe l’Italia agli standard europei e, allo stesso tempo, potrebbe far scendere il numero di fumatori: gli studi dicono che ogni aumento del 10% nel prezzo delle sigarette riduce il consumo del 4%. Una vittoria su due fronti: meno fumatori e più soldi per la sanità pubblica.
L’idea di tassare le sigarette è sicuramente un passo avanti, ma da sola non risolverà il problema di fondo: un SSN che arranca e un privato che vola. Forse è ora di chiedersi se vogliamo davvero un sistema sanitario pubblico accessibile a tutti, o se stiamo accettando di fatto una sanità a due velocità, dove chi ha i soldi ottiene il meglio e chi non li ha deve accontentarsi.
Insomma, tra una tassa sulle sigarette e un check-up da 2.500 euro, il messaggio è chiaro: la salute, oggi più che mai, è anche una questione di denaro.