di Manuela Ballo
Anche quest’ anno ripubblichiamo le pagelle che fecero molto discutere l’anno scorso.
Naturalmente i voti sono quelli scolastici dall’ 1 al 10, e se d’ altra parte ha potuto giocare con i voti un’accademia prestigiosa come la Crusca, lo possiamo fare anche noi giocandoci un po’ .
Il voto viene dato mettendo insieme i giudizi sulla musica, il testo e l’ esibizione.
Achille Lauro “Domenica”
è una strana versione di Achille Lauro, il cantante che per primo sale sul palco inaugurando la 72° edizione del Festival. Una via di mezzo tra le sue performance straordinarie dell’anno scorso (corpo nudo tatuaggi e gestualità) e una melodia che richiama i classici del Gospel e della musica Folk rock.
Quello che colpisce in questa sua esibizione è la mediazione tra la sua capacità creativa e il tentativo di rendersi comprensibile e quindi accettato, non solo dai suoi fan più accaniti, ma anche da un pubblico di massa. Questo il nuovo passo coraggioso di Achille Lauro.
Voto 7
Yuman “Ora e qui”
Si capisce perché abbia vinto Sanremo giovani, pur essendo giovanissimo, infatti, ha mostrato di capire perfettamente cos’ è Sanremo. Inizio con voce accattivante, poi immancabile ritornello con tocco di violino. La voce è davvero particolare, calda e con timbro caraibico. Presenza fisica notevole sul palco. Al di là del risultato di questa edizione è un giovane destinato ad avere successo. Riprendendo il giudizio dato dall’ accademico della Crusca Lorenzo Coveri “È una ballad con intro molto elaborata che poi evolve in un inno alla stabilità in amore, tra paura e speranza”. Simpatico che per tutti i testi si sia divertita un’accademia come la crusca.
Voto 7
Noemi “Ti amo non lo so dire”
è la solita Noemi, bella voce e bella presenza. Musica un po’ diversa dal ritmo delle precedenti esibizioni, ed è qui che si sente la mano di Mahmood. È la solita canzone d’ amore, con una variante questa volta: non c’è la donna lasciata, ma una donna che vuole essere lasciata stare anche a costo di soffrire. Protofemminismo amoroso. I Bookmaker la danno tra i favoriti. A mio giudizio, almeno al primo ascolto, nulla di eccezionale.
Voto 6 –
Gianni Morandi “Apri tutte le porte”
Dopo 22 anni ritorna al Festival, preceduto dalle polemiche sulla possibile esclusione e da un grande applauso della sala. Appare Emozionato. È il Gianni Morandi di “Fatti mandare dalla mamma” riletto da Jovanotti, il quale ha scritto un pezzo calibrato sui suoi abituali ritmi per adattarli alle capacità canore di Gianni. Il talento non ha età. Il finale è bello perché sembra che anche in questo caso Jovanotti abbia voluto rendere omaggio ad un altro grande della musica leggera italiana, Lucio Dalla.
Voto 8
La Rappresentante di lista “Ciao ciao”
Da Palermo a Sanremo con il loro nuovo singolo. Veronica Lucchesi e Dario Mangiaracina colpiscono sempre. Accompagnati da sax e tromba, ottimi ottoni, che rendono fluida la performance e danno ritmo al tutto.
Voto 7
Michele Bravi “Inverno dei fiori”
Ha cercato di fare il ricercato, ma con pessimi risultati. Il testo che voleva essere altisonante e poeticamente complesso è apparso alla fine inferiore alle aspettative. La banalità in una frase: “È da tanto che non mi succede nient’altro che avere la paura di perderti da un momento all’altro”.
Giovane che piace ai giovani. D’oggi.
Voto 5
Massimo Ranieri “Lettera di là dal mare”
Riprende sia nella forma che nella narrazione le vecchie ballate sul viaggio e sul mare.
Roba di altri tempi con un testo che in alcune parti si fa esplicito e in altre rimane metaforico.
La sua voce e la sua capacità di stare sul palco vanno oltre il testo cantato. L’erba di casa Ranieri rimane sempre verde.
Voto 7 –
Mahmood e Blanco “Brividi”
Quelli di Blanco e Mahmood sono i brividi veri della nuova generazione. Sono credibili seppur profondamente diversi l’uno dall’ altro sono riusciti a fondere le loro voci e anche le loro diverse fisicità.
Lo hanno fatto con complicità sia nei toni vocali che nei loro movimenti. Non rinunciando anche se in piccole porzioni a rispettare la loro specifica forma canora. Avranno un indubbio successo e non a caso i Bookmaker li danno tra i favoriti.
Voto 9
Ana Mena “Duecentomila ore”
Neomelodica e andalusa. La Campania e la Spagna. Si sente che il testo è di Rocco Hunt, con il quale ha condiviso il successo del loro pezzo estivo “Un bacio all’ improvviso”. Sono musiche che si adattano di più al clima estivo. La fisarmonica rende gradevole un pezzo che poteva essere fatto anche dal mitico Casadei. Ballabile per la terza età, che però piacerà anche ai giovani. Probabilmente.
Voto 6
Rkomi “Insuperabile”
Un po’ dark, giubbotto biker nero e capello spettinato. Voce nasale che spiana.
L’abbigliamento corrisponde ai continui richiami che nel testo fa alla velocità, ai semafori e alla retorica dei motori. L’ accademico della crusca lo liquida con queste parole: “L’attitudine a giocare con le parole, tipica del mondo hip hop, si riscontra anche nel testo, tutto giocato sull’analogia tra un amore a rischio e una gara automobilistica. Spericolato è anche l’uso delle immagini e delle figure retoriche”
Voto 5
DArgen D’ amico “Dove si balla”
È da molti anni che Dargen D’amico calca i palchi e fa ballare con la sua musica, ma è il suo esordio lì a Sanremo. Non ha dato il meglio di sé probabilmente. Il testo è pieno di anglismi e frasi fatte. Con riferimenti alla brutta fine che hanno fatto le cartoline e le mascherine. Ha una grande nostalgia per la musica dance, il testo lo ribadisce:
“Dai metti la musica danceChe tremano i vetri di casa
E la sente la sente la sente
Anche un parente di giù
(Ciao zio Pino!)”
Voto 4
Giusy Ferreri “Miele”
La voce è quella tipica della cantante con il suo timbro più che riconoscibile, un continuo richiamo alla memoria della canzone che anni fa l’ ha resa celebre “A novembre”.
Canzone d’ amore struggente, una promessa d’ amore, un “Amore che è una lama tagliente”. Lei spera che lui ritorni e che il tempo lo porti da lei.
Poca grinta poteva fare di più.
Voto 6