Sanremo, le pagelle della prima serata | Giornale dello Spettacolo
Top

Sanremo, le pagelle della prima serata

Bene Mannoia, Samuel ed Ermal Meta. Male Ferreri e Bernabei. Assente giustificato Al Bano. Applausi per Tiziano Ferro e Ricky Martin, La Cortellesi intano ha già vinto

Sanremo, le pagelle della prima serata
Preroll

GdS Modifica articolo

8 Febbraio 2017 - 15.14


ATF

In ordine di apparizione:

 

9 a Tiziano Ferro

Un fascio di luce e la sua voce profonda. Questo è bastato al cantautore di Latina per far capire la differenza che c’è tra un artista e un volenteroso ragazzotto che sua insaputa si trova sul palco dell’Ariston. L’omaggio a Tenco ha emozionato tutti, la sua classe e bravura di più. Praticamente rispetto agli altri è un extraterrestre. Questo il motivo per cui non è in gara. Applausi.

 

6 e mezzo a Carlo Conti

Presentare è il suo mestiere, anche condurre, e lo sa fare bene, non chiedetegli di più però, perché altrimenti si chiamerebbe Pippo Baudo che suona, canta e balla. Da lui comunque tutti comprerebbero una macchina usata perché è sinonimo di affidabilità e serietà. Solo che l’usato sicuro che la premiata ditta toscana scodella al pubblico sa di ribollita. E’ il suo terzo anno all’Ariston quello del trionfo, ma è uno scontato deja vu.  

 

7 a Maria De Filippi

Algida, ingessata, irreprensibile come la signorina Rottenmeier di Heidi. Ha provato a riscaldare Sanremo a “bagno Maria”, cioè, cucinandolo col suo brodo. E c’è riuscita perfettamente. I suoi momenti migliori infatti  sono stati quando ha interpretato se stessa con gli Eroi del quotidiano e i ragazzini antibullismo. C’è posta per noi insomma, manca però la busta (di tè caldo) per svegliarci.

 

4 a Giusy Ferreri

Agghindata come una abat jour della signora Felicita di Gozzano, ha avuto l’onere di aprire la prima serata. Ed è stata un tonfo clamoroso. Ma a pensarci bene anche se avesse cantato per ultima sarebbe stato lo stesso, perché nessuno ha capito niente del testo proposto. Molti ululati, poco ritmati, affatto intonati. Evviva.

 

6+ a Fabrizio Moro

Il bad boy della canzone non si smentisce. Entra nella parte a perfezione e in più presenta una ballad orecchiabile con un crescendo molto bello. Può essere l’anno suo almeno nelle vendite.

 

5 a Raul Bova (con o senza Rocio eccetera ecctera, tanto ha fatto tappezzeria)

L’occhio vuole la sua parte, soprattutto quello del pubblico femminile, la realtà della diretta però ci racconta che oltre quello sguardo ammaliatore e quel fisico da nuotatore, c’è poco. Il siparietto con l’Obama dell’Arno e Nostra Signora della televisione è stato imbarazzante. Insomma, ha fatto rimpiangere Gabriel Garko. 

 

5 e mezzo ad Elodie

Un po’ Pantera rosa (i capelli), un po’ Frida Khalo (le sopracciglia), ha cantato replicando Emma e senza entusiasmare “Tutta colpa mia”. Praticamente lo sapeva anche lei come sarebbe andata.

 

5 a Lodovica Comello

“Il cielo non mi basta” dice l’indimenticata Violetta, né i sei milioni di follower che la seguono con passione. Figurarsi se le basta cantare al festival. Ma il brano è debole e lei pur proponendo un testo trasgressivo con quella vocina è rimasta la solita acqua e sapone disneyana.

 

7 e mezzo a Maurizio Crozza

Ha portato la copertina di “Ballarò” a Sanremo. Mancava Floris a sbellicarsi in sottofondo, ma l’effetto risata è stato lo stesso grazie alle sue battute caustiche e sarcastiche. Ha preso di petto e sfottuto tutti, da Salvini a Renzi, da Gentiloni a Raggi. Il problema però sarà il non ripetersi cogli stessi personaggi nei prossimi giorni, altrimenti rischia l’effetto “Colorado” dove ormai non ride più nessuno.

 

9 a Fiorella Mannoia

Come lei non c’è nessuno. 30 anni dopo “Quello che le donne non dicono” la rossa romana lancia il suo inno alla vita destinato a sbaragliare la concorrenza. “Che sia benedetta” nel vero senso del titolo, la sua musica non si discute e si ama. Brava.

 

3 ad Alessio Bernabei

La sua partecipazione a Sanremo è il quarto mistero di Fatima. Incomprensibile. Anche Roberto Giacobbo che sulle storie incredibili ha costruito le sue fortune, ha dovuto rinunciare a uno speciale sull’argomento per “Voyager”.  E’ rimasto Piero Angela col “Mondo di Qui, Quo, Qua”.

 

6- – ad Al Bano

Ricordate il leone di Cellino, indomito rappresentante del bel canto italiano nel mondo, che ruggiva a piè sospinto ai quattro venti? C’era una volta, come il maestro Peppe Vessicchio. Ora è un altro. Come Mollica che senza gli occhiali sembra la Sora Lella. Ha tentennato infatti non solo nel suo pezzo forte, l’acuto, ma anche nel suo caratteristico gorgheggio. Esserci dopo l’episodio clinico che l’ha messo a dura prova è stato eroico, ma sentirlo così più che tenerezza fa tanta tristezza. Come assistere a un film di Muccino.

 

7+ a Samuel e a Ermal Meta

Il primo col look alla Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, il secondo col capello al vento un po’ Scamarcio un po’ Agnese Renzi, sono la speranza del nostro pop. Bravi a prescindere, entrambi con due pezzi che faranno sicuramente centro. Una spanna sopra e anche di più rispetto ai ragazzi provenienti dai talent.

 

8 a Paola Cortellesi (e Antonio Albanese)

La vincitrice del festival è lei. Spigliata e irresistibile ha superato il compagno di promozione del film Cetto La Qualunque per brillantezza e simpatia. E quando ha cantato “Ancora” di Eduardo De Crescenzo si è superata, dimostrando qualità vocali eccezionali. Provaci ancora Paola, siamo con te. 

 

6 a Ron

Ce se crede che è il veterano del festival? Ce se deve credere, perchè ha cominciato con Nunzio Filogamo e proseguito con Mike e Pippo arrivando ai giorni nostri. Insomma è una vita che canta a Sanremo. E questo giro porta anche una bella canzone. Il guaio è che vuoi per l’età, vuoi per una mancanza di verve storica, è eccessivamente fiacco. Di questo passo a cambiare il suo nome in Ronf è un attimo.

 

5+ a Clementino 

Simpatico è simpatico, pure in gamba. Qualcuno però gli dovrà spiegare la differenza tra canzone di denuncia con canzone da denuncia. Quella che ha cantato.

 

8+ a Ricky Martin

Si sarà pure incicciottito come un Elton John qualunque, ma vivaddio, è sempre una forza della natura. Ha dato la sveglia a Sanremo dopo l’esasperante lentezza del tutto e gli interventi soporiferi che stavano annientando i telespettatori e la platea dell’Ariston. Pure le cariatidi della terza fila si sono alzate per ballare il suo travolgente medley prima del definitivo colpo della strega che le ha bloccate. Un dos, tres e via.

 

5- a Diletta Leotta

Le è mancato il colpo del kappao. Altro che polemica della Balivo che ha criticato la sua mise inopportuna per denunciare l’hackeraggio subito. Aveva l’opportunità di surclassare la farfalla di Belen con un “Escile” che sarebbe entrato nella storia e non l’ha fatto. E quando le recapita?        

 

4 a Bob Dylan-Pantani

Neanche alla Sagra della porchetta di Soriano del Cimino avrebbero tollerato un’imitazione così.

 

8 a Rocco Tanica

La miglior rassegna stampa del festival. Dovrebbe andare a rete unificate prima e dopo i pasti.  

 

Native

Articoli correlati