Il collettivo berlinese Raumlaborberlin ha vinto il Leone d’oro per la miglior partecipazione alla 17esima Biennale di architettura di Venezia con “Instances of Urban Practice”: è un progetto su un bacino idrico con acque urbane inquinate trasformato in luogo di incontri, arte e cultura tra comunità e gruppi di persone anche molto diversi tra loro.
Tra i Padiglioni nazionali hanno vinto gli Emirati Arabi Uniti con “Wetland”, un prototipo dove si utilizza un cemento “ecologico” creato da salamoia di scarto industriale riciclata, affiancato dalle grandi foto dell’artista Farah Al Qasimi dei sabkhas (saline) del paese arabo e che sono Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.
Nella cerimonia è stato assegnato anche il Leone d’oro speciale in memoria all’architetta brasiliana Lina Bo Bardi annunciato a marzo (clicca qui per la notizia).
La premiazione, con il presidente dell’ente Roberto Ciccuto, si è svolta lunedì 30 agosto.
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Lo ha comunicato l’ente lagunare per l’esposizione “How will we live together?” in corso fino al 21 novembre e curata da Hashim Sarkis. La giuria era composta da Kazuyo Sejima (presidente, Giappone), Sandra Barclay (Perù), Lamia Joreige (Libano), Lesley Lokko (Ghana-Scozia), Luca Molinari (Italia).
Il riconoscimento per la miglior partecipazione alla mostra è stato assegnato a Ramlaborberlin, che espone il suo lavoro “Instances of Urban Practice” alle Corderie dell’Arsenale. La motivazione? “Per un approccio progettuale collaborativo di grande ispirazione, che chiama alla partecipazione e alla responsabilità collettiva proponendo due interventi che sono modelli per una rigenerazione civica visionaria”.
I giurati hanno scelto gli Emirati Arabi Uniti “per un esperimento che ci incoraggia a pensare alla delicata relazione tra spreco e produzione sia a una scala globale che locale, proponendo un modello costruttivo capace di legare artigianalità e tecnologie avanzate”, come hanno dichiarato nella motivazione. L’opera è esposta all’Arsenale.
Tra i padiglioni nazionali hanno ricevuto una menzione speciale la Russia e le Filippine. Il Leone d’argento per un promettente giovane proposto alla mostra “How will we live together?” è andato alla Foundation for Achieving Seamless Territory (FAST, di Amsterdam e New York), presente al Padiglione centrale ai Giardini; si è guadagnato una menzione l’opera “The Anthropocene Museum: Exhibit 3.0 Obsidian Rain” di Cave_bureau di Nairobi, Kenya.