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Bandiera gialla, la rivoluzione in radio

50 anni nasceva la mitica trasmissione di Arbore e Boncompagni. Rock e pop alla conquista dell’Italia che andava 45 giri. [Francesco Troncarelli]

Bandiera gialla, la rivoluzione in radio
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16 Ottobre 2015 - 09.56


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di Francesco Troncarelli

“A tutti i maggiori degli anni 18, a tutti i maggiori degli anni 18, questo programma è rigorosamente riservato ai giovanissimi”. Con questo avviso ben presto diventato slogan, iniziava il 16 ottobre di 50 anni fa uno dei programmi radiofonici più seguiti e che ha contribuito a rivoluzionare il costume di quel periodo e degli anni a venire.

La trasmissione era “Bandiera gialla”, i suoi maitres a penser Gianni Boncompagni e Renzo Arbore, geniali, goliardici e irriverenti corsari che portavano nella casa madre di tutti gli italiani, Mamma Rai, il verbo della rivolta. Musicale s’intende.

Per la prima volta infatti ci si occupava, trasmettendola, di musica “moderna”, che oggi chiameremo di tendenza, quella new wave insomma che era partita dall’Inghilterra con gruppi come i Beatles e i Rolling Stones e che stava scombussolando il mondo.

L’ideazione del programma fu di Boncompagni che in Svezia aveva fatto esperienze come speaker radiofonico. Propose il titolo “Sound”, suono in inglese, richiamando le origini angloamericane della musica giovane allora all’avanguardia. Luciano Rispoli dirigente Rai di riferimento, pensò che fosse meglio chiamarlo “Bandiera gialla”, collegando questi generi musicali, all’epoca ancora pressoché banditi dalla radio italiana, al simbolo della quarantena per epidemia da peste che veniva usato in marina sulle navi, la bandiera gialla appunto.

Giulio Razzi, all’epoca direttore della Radio, accordò il consenso alla messa in onda. E la musica da quel momento iniziò a cambiare in tutti i sensi. La trasmissione andava in onda il sabato pomeriggio alle 17:40 dagli studi di via Asiago a Roma. Ogni puntata presentava quattro gruppi di tre canzoni pubblicate di recente o ancora inedite sul mercato italiano, che venivano votate da un pubblico di ragazzi tramite delle bandierine gialle. Il brano che in ciascuna terna otteneva più voti entrava tra i finalisti, e il vincitore assoluto tra i quattro finalisti veniva proclamato “Disco giallo”.

Un titolo che divenne ambitissimo per cantanti e complessi perché veniva messo sul 45 giri, fornendo così una sorta di garanzia per chi doveva acquistare un disco.

Il pubblico costituiva una giuria di 40 minorenni, di cui i la maggior parte erano fissi, selezionati fra i frequentatori del Piper Club, il locale sulla cresta dell’onda che aveva aperto a marzo e figli di dipendenti RAI, mentre i rimanenti venivano scelti di volta in volta fra quanti si presentavano agli studi.

Era un pubblico particolare perché non si trattava solo di spettatori passivi, ma di protagonisti essi stessi dell’animazione. I giovani presenti in studio gridavano, cantavano, e sebbene fosse solo un programma radiofonico, si abbigliavano secondo la moda ye-yè (minigonne, camicie coi collettoni e calzoni a zampa d’elefante) e ovviamente ballavano. Alcuni di questi ospiti poi sarebbero diventati famosi nel mondo dello spettacolo. Ci riferiamo a Mita Medici, Giuliana Valci, Renato Zero, Giancarlo Magalli, Valeria Ciangottini, Carla Vistarini e Donatella Turri che il sabato pomeriggio erano di casa a via Asiago.
“T-Bird”, la sigla molto ritmata e ballabile era eseguita da Rocky Roberts, ex marine della base Nato di Napoli che aveva formato insieme a Wess Johnson (successivamente in coppia con Dori Ghezzi in un duo di grande successo) ed altri musicisti il gruppo di rhytm and blues Airedales.

Con questi presupposti e situazioni, nella RAI di Ettore Bernabei, in una situazione di totale monopolio, “Bandiera gialla” divenne così ben presto un fenomeno di costume (i giovani per la prima volta si sentirono protagonisti e vera e propria categoria sociale), introducendo scelte musicali totalmente nuove rispetto al gusto corrente e presentando novità discografiche provenienti soprattutto da Gran Bretagna e USA, senza tuttavia trascurare i gruppi e gli interpreti italiani dell’ondata beat che ne ricevettero una promozione fondamentale.

E’ sufficiente dare un’occhiata alla scaletta di una puntata a caso, quella per esempio del 27 agosto 65, per rendersi conto di quale musica venisse proposta: Michelle- Beatles; For Your Love-Yarbirds; Satisfaction-Rolling Stones; Menpphis Tennesse-Tom Jones; Over and Over-Dave Clark Five; You were on my mind-Barry Mc Guire; Che colpa abbiamo noi-Rokes; Barabara Ann-Beach Boys; Paint it Black-Rolling Stones; These boots are made for walking-Nancy Sinatra.
Sono brani di artisti che hanno fatto la storia della musica internazionale e italiana conosciuti da tutti oggi, ma che all’epoca, 50 anni fa erano non solo ascoltati per la prima volta, ma soprattutto selezionati fra tanti e praticamente lanciati sul mercato come ora fanno abitualmente i grandi network radiofonici.

Curiosità. Il nome della trasmissione ha ispirato il testo italiano dell’omonima canzone cantata da Gianni Pettenati, “Bandiera gialla” (cover di The Pied Piper di Artie Kornfeld e Steve Duboff), presentata essa stessa e naturalmente in gara nel 1966, che poi nel corso degli anni è diventata la canzone simbolo di una stagione irripetibile.

Rocky Roberts & The Airdales – T Bird (da “Studio Uno” 1966)
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