Ordine dei giornalisti del Lazio: stop alle telefonate truffa de 'La Zanzara' | Giornale dello Spettacolo
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Ordine dei giornalisti del Lazio: stop alle telefonate truffa de 'La Zanzara'

L'Odg è intervenuto con una nota sulla telefonata a monsignor Paglia ottenuta con l'escamotage di un falso Matteo Renzi: basta con questi raggiri.

Ordine dei giornalisti del Lazio: stop alle telefonate truffa de 'La Zanzara'
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1 Ottobre 2015 - 16.41


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A giugno il Tribunale civile di Milano aveva detto stop al giornalismo radiofonico che “ruba” le confidenze di chi è mandato in onda mentre al telefono crede di parlare con un amico che, invece, è un imitatore attivato dai giornalisti. Ci si riferiva alle confidenze sul ruolo di Carlo De Benedetti nella formazione del governo Renzi, carpite al pd Fabrizio Barca dal programma di Radio24 ‘La Zanzara’, attraverso la telefonata di un finto Nichi Vendola.

A distanza di tre mesi una nuova telefonata ha scatenato un’enorme polemica. Quella tra un finto Renzi (un imitatore de La Zanzara) e monsignor Paglia che, ignaro dello scherzo, ha raccontato l’ira del Papa contro il sindaco Marino, per via del suo viaggio negli Usa.

“Il metodo utilizzato da ‘La Zanzara’, che continua a estorcere con il raggiro false interviste e dichiarazioni, viola le regole fondamentali del giornalismo”. L’Ordine dei giornalisti del Lazio è intervenuto così con una nota sulla telefonata a monsignor Paglia (ottenuta con l’escamotage di un falso Matteo Renzi). “L’Ordine dei giornalisti del Lazio ribadisce – si legge in un comunicato – la condanna a questo metodo e annuncia che sottoporrà il nuovo caso all’attenzione del Consiglio per gli atti dovuti”.

Ieri Padre Federico Lombardi, direttore della Sala stampa vaticana, aveva sottolineato senza fare citazioni dirette che “questo tipo di telefonate non è corretto prenderle sul serio, mentre è corretto prendere sul serio il modo assolutamente scorretto in cui queste dichiarazione vengono estorte. Sono stupito che non si manifesti anche più chiaramente l’Ordine dei giornalisti con una chiara censura e disapprovazione di questo modo di fare informazione e ottenere informazioni. Mi sembra inaccettabile e disonesto”, aveva concluso il direttore della sala stampa vaticana.

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