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Il Pd: Bussetti ha messo al Conservatorio un geriatra con nonna e prozio nel curriculum

Il ministro ha nominato a Palermo Barbagallo. Serracchiani e Piccoli Nardelli chiedono il perché. La risposta del Conservatorio

Il Pd: Bussetti ha messo al Conservatorio un geriatra con nonna e prozio nel curriculum
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8 Giugno 2019 - 10.41


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Le attività di una nonna e di uno zio fanno curriculum? A volte pare di sì. A presiedere il Conservatorio Domenico Scarlatti di Palermo (già intitolato a Vincenzo Bellini ) è Mario Barbagallo nominato dal ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Barbagallo è geriatra e nel curriculum aveva indicato tra l’altro il fatto di aver avuto la nonna Maria Sangiorgi musicista e tra i proprietari del teatro Sangiorgi di Catania (oggi è Ente Teatro Massimo Bellini) e come prozio il compositore e musicista Alfredo Sangiorgi. Barbagallo ha spiegato anche di aver frequentato molti teatri d’opera da spettatore.
Ne ha scritto a livello nazionale Repubblica e la nomina finisce in parlamento con un’interrogazione al ministro delle parlamentari del Pd Debora Serracchiani e Flavia Piccoli Nardelli perché “lascia molti sospetti”.
Serracchiani e Piccoli Nardelli nella loro interrogazione domandano se il ministro “non reputi tale nomina viziata e lesiva dei principi e dei requisiti richiesti”, come la “comprovata esperienza maturata nell’ambito di organi di gestione di istituzioni culturali, ovvero, di riconosciuta competenza nell’ambito artistico e culturale. Il prof. Barbagallo è provvisto di tali requisiti? Dall’esame del c.v. del nominato presidente – scrivono le parlamentari – si leggono i titoli familiari (la nonna Maria Sangiorgi era musicista e uno dei proprietari del teatro Sangiorgi di Catania, ora Ente Teatro Massimo Bellini, il prozio era il famoso musicista e compositore Alfredo Sangiorgi, che ha insegnato in diversi conservatori italiani) e non le comprovate esperienze e le riconosciute competenze nel settore specifico”.
“Il presidente viene designato dal Ministro dell’Università e Ricerca di turno su indicazione di una terna di nomi proposti dal Conservatorio di prestigio professionale e manageriale, svolge funzioni esclusivamente amministrative e non percepisce alcun compenso”, scrive in un comunicato l’istituto musicale. In risposta alle polemiche il Conservatorio annota che la governance artistica è del direttore “il direttore didattico e artistico che presiede il Consiglio Accademico”, mentre “il presidente presiede il Consiglio di Amministrazione, di cui fa parte anche il direttore”. Il Conservatorio ricorda nel suo sito che Barbagallo è anche nel Consiglio Superiore di Sanità.
Repubblica di Palermo che ha sollevato a livello nazionale il caso pone allora una giusta domanda: se le competenze in musica non servono, “perché il professore Barbagallo nella sua lettera di presentazione e nel curriculum ha voluto inserire ben quaranta righe per vantare le competenze artistiche della sua famiglia, ha specificato di essere un appassionato spettatore di opere liriche e persino di avere fatto svolgere “musicoterapia” nel dipartimento del Policlinico che dirige?” Se quelle competenze non servono, quelle ascendenze sono inutili.
Gli altri due candidati. Il ministro Bussetti doveva scegliere in una terna di nomi. Gli altri due erano Paolo Petrocelli, diplomato in violino al conservatorio di Santa Cecilia, che è stato nei cda del Teatro dell’Opera di Roma, dell’Accademia musicale chigiana di Siena, del conservatorio di Venezia, e Leonardo Di Franco, che ha presieduto l’Accademia di Belle arti di Palermo e oggi è vicepresidente della Fondazione Teatro Massimo, il lirico del capoluogo siciliano.

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