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Voto popolare negato a Sanremo? In verità il call center falsa la vittoria

Polemiche su televoto e giuria di qualità per la vittoria di Mahmood. Giustamente qualcuno ricorda perché il televoto da solo non è così "democratico" come sembra

Voto popolare negato a Sanremo? In verità il call center falsa la vittoria
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11 Febbraio 2019 - 10.21


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La politica è rimasta fuori dalla porta del Sanremo 2019 con il pontefice Baglioni attento a evitare ogni interferenza o intrusione, poi rientra dalla finestra con le polemiche sull’esito finale. La vittoria di Mahmood, cittadino italiano al 100% come ha ricordato lui e ha ripetuto il direttore artistico nella conferenza stampa della domenica, ha scatenato la destra che non lo digerisce per ragioni fin troppo prevedibili e al di là del brano.
Sui social è tutto un polemizzare. La vittoria è stata decretata dal mix tra televoto, sala stampa e giuria d’onore, presieduta da un musicista come Mauro Pagani, e poiché il voto dei giurati ha cambiato l’esito Ultimo – dato per vincente da vari pronostici – si è infuriato con i giornalisti in conferenza stampa sabato notte (mai successo): via Twitter ha rivendicato che lui vinceva, poi si è dileguato dagli impegni istituzional-televisivi della domenica su Rai1.

La giuria di pochi ha sovvertito la volontà popolare? È davvero così? Il televoto è l’espressione massima della democrazia del festivalone che fa da termometro del Paese? Claudio Baglioni nella conferenza stampa finale della domenica ha affermato
che a suo parere deve decidere il televoto oppure decide una giuria di esperti. Ma tanto dire sul televoto come democrazia dimentica polemiche durissime passate. Perché con il televoto hanno vinto artisti “pompati” dalla loro industria discografica, a volte spariti perché non rappresentavano affatto i gusti della maggioranza.

“Quando al Festival è successo che si desse solo al Televoto la possibilità di votare e si è visto, grazie a chi si poteva permettete di spendere decine di milioni di lire per comprare i voti dei call center, quanto le classifiche finali fossero falsate”, ricorda saggiamente Luca Dondoni sulla stampa.it . “Le giurie della sala stampa e di quella d’Onore sono state messe in campo per pareggiare un eventuale voto popolare falsato”.
Oppure ricordiamoci di quando qualche talent mobilitava i fan per spingere più in alto l’artista uscito da questo o quel programma, anche per autopromuovere il talent stesso, penalizzando chi non aveva quella potenza di fuoco alle spalle. E non serve neanche una memoria troppo lunga, per ripensarci.

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