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“Last Christmas” di George Michael torna in testa alle classifiche

La mobilitazione dei fan nell’anniversario della morte, riporta in testa alle vendite il brano simbolo della pop star. La storia di un successo planetario entrato nella playlist natalizia

“Last Christmas” di George Michael torna in testa alle classifiche
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Francesco Troncarelli Modifica articolo

22 Dicembre 2017 - 10.52


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La parabola umana e artistica di George Michael si concludeva tragicamente e a sorpresa un anno fa. L’idolo della generazione degli edonisti anni 80 che con lui aveva ballato, si era divertita e poi cresciuta seguendone il percorso da popstar internazionale, se ne andava nel giorno in cui tutto il mondo lo stava riascoltando per l’ennesima volta, nel giorno di Natale, della festa sottolineata anche da quella canzone che lo aveva reso celebre a livello planetario. Un last Christamas di nome e di fatto, terribilmente beffardo, che neanche il più cinico degli scrittori avrebbe pensato per un romanzo sulla sua vita. 
A ricordarlo è rimasta la sua produzione, i suoi brani che hanno regalato emozioni a non finire ai fan e naturalmente “quella” canzone che in questi giorni torna d’attualità insieme alle altre dedicate al periodo natalizio. Un brano vendutissimo, un successo straordinario, ma che ha una particolarità che sembra incredibile, non è arrivato al primo posto delle classifiche mai, né quando è uscito, né successivamente, nonostante sia diventato un long seller.
 “Last Christmas” degli Wham!, il duo pop composto da Michael ed Andrew Ridgeley uscì il 15 dicembre 1984, contemporaneamente a “Do They Know It’s Christmas?”, il disco registrato dalla Band Aid, supergruppo di artisti famosi ideato da Bob Geldof per raccogliere fondi da dare in beneficenza, e questa fu la sua sfortuna. Il pezzo della Band Aid infatti ebbe un successo superiore dovuto essenzialmente dalla risonanza dei nomi dei partecipanti al progetto del disco, i vari Bono, Sting, Boy George, Simon Le Bon, Paul Young, Tony Hadley, John Taylor, Phil Collins e tanti altri, che scatenò un’attenzione mediatica eccezionale.
“Last Christmas” così si fermò al secondo posto delle classifiche inglesi, ma negli anni successivi continuò ad avere grande popolarità, e con oltre 3milioni e mezzo di copie vendute è ad oggi il singolo più di successo che non è mai riuscito ad arrivare al primo posto. 
Ecco così che in occasione del primo anniversario della morte di Michael, è stata lanciata dal popolo del web una campagna per far arrivare “Last Christmas” al primo posto nella chart dei singoli più venduti supportata da una pagina dedicata su Facebook (e profilo Twitter) chiamata “Wham Last Christmas for Xmas No.1” che ha coinvolto decine di migliaia di follower, e in cui si chiede di comprare il singolo online almeno una volta, o di ascoltarlo almeno in streaming. Un invito che è stato raccolto immediatamente perché nel giro di un paio di giorni il brano ha raggiunto la prima posizione su iTunes e Amazon ed ora si punta su Spotify e sulle classifiche dei supporti fisici (Cd, vinile) per ottenere il record assoluto.
 “Last Christmas” nacque con una produzione piuttosto casalinga, quasi artiginale, nonostante gli Wham! fossero un gruppo abbastanza noto e tra le band più commerciali dell’epoca. La critica non a caso li snobbava considerandoli un gruppo da hit e poco più. Realizzare una canzone di Natale quindi per un duo di tali caratteristiche era un modo sicuro per provare ad assicurarsi rendite stabili e longeve, cosa che in pratica avvenne.
Il brano venne registrato nell’agosto dell’84 negli studi addobbati con decorazioni natalizie Advision di Londra, che avevano attrezzature datate e rudimentali. Da qualche mese il ventunenne Michael aveva preso il controllo creativo del duo, e stava provando a costruirsi un’immagine più seria e di qualità, anche in vista della sua futura carriera da solista. E per “Last Christams” decise così di fare tutto da solo. Lo scrisse nella cameretta dove era cresciuto, mentre Ridgeley era intento a guardare la televisione. Suonò poi praticamente tutti gli strumenti, escludendo Ridgeley da tutte le fasi della produzione e ammettendo in studio soltanto il suo ingegnere del suono Cris Porter, a cui non lasciò nemmeno suonare i sonagli, nonostante le sue richieste e due assistenti.
Il brano nella sua composizione è molto semplice. La base strumentale infatti è composta da una drum machine LinnDrum e da un sintetizzatore Roland, e a differenza della stragrande maggioranza delle canzoni pop del periodo, ha una struttura uguale tra strofa e ritornello. È sostenuto però da una melodia della voce molto orecchiabile ed efficace, su cui George Michael decise di concentrare tutta l’attenzione dell’ascoltatore, riuscendoci sicuramente, lasciando la parte strumentale a semplice sottofondo. 
Parte del suo successo, secondo quanto sostenuto dal critico del quotidiano londinese Guardian è che «suonava come tutto e come niente». In realtà suonava come tutto, tanto che Michael venne accusato di plagio tra gli altri anche da Barry Manilow, che sosteneva somigliasse alla sua “Can’t Smile Without You”. La causa intentata al biondo ed emergente George però non ebbe esito positivo per il cantante di “Mandy” e “Copocabana” perché un esperto dimostrò che c’erano una sessantina di altre canzoni con quella progressione di accordi e quella melodia e quindi non si poteva parlare assolutamente di plagio ma solo di similitudini di carattere generale.
Particolarità che non tutti conoscono di “Last Christmas” poi, è che nonostante il ritmo allegro e frizzante, ha un testo che in realtà molto triste che contrasta appunto con l’atmosfera di festa che evoca. Michael infatti parla male della sua ex, dicendo che il Natale precedente gli ha spezzato il cuore, e che quindi ha deciso di stare con «qualcuno di speciale». Ma nonostante il tentativo di sminuire l’ex ragazza, le dedica un’intera canzone e a un certo punto dice: «se mi baciassi ora so che mi fregheresti di nuovo». È un brano quindi sulle bugie che ci si racconta per superare la fine di una relazione.
Michael all’epoca della canzone non aveva ancora fatto coming out (lo fece molto più tardi, nel 1998), e nel video la persona a cui è dedicato il pezzo è una donna, la modella Kathy Hill, allora fidanzata del compositore Vangelis, ex degli Aphrodite Childs. Fu girato a Saas-Fee, una località sciistica in Svizzera. Racconta di un weekend tra un gruppo di amici in una baita, in cui c’è il protagonista con la nuova fiamma, e la sua ex con un nuovo partner. Hill ha ricordato che il clima era molto rilassato e allegro e che girò alcune scene un po’ brilla presa da quell’atmosfera di vacanza in compagnia che in effetti traspira dalla visione della clip. 
Finite le riprese, Michael andò a registrare “Do They Know It’s Christmas?”, partecipando così anche lui al progetto di Band Aid e si ritrovò così quel Natale con le prime due canzoni in classifica. Anche lui, con un gesto che lo nobilitò agli occhi di tutti, decise di devolvere in beneficenza a favore delle organizzazioni che combattevano la carestia in Etiopia i proventi di “Last Christmas”
come aveva fatto il gruppo dei suoi colleghi capitanati da Geldof.
Adesso, un anno dopo la sua scomparsa, è di nuovo “Last Christmas”, come una volta.

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