Ligabue, la voce graffiante del rocker torna a ruggire | Giornale dello Spettacolo
Top

Ligabue, la voce graffiante del rocker torna a ruggire

Dopo qualche problema alle corde vocali, mesi fa, Ligabue aveva dovuto interrompere le sue esibizioni. Ma ora è tornato

Ligabue, la voce graffiante del rocker torna a ruggire
Preroll

GdS Modifica articolo

6 Settembre 2017 - 11.45


ATF

Un grande ritorno: Ligabue ha calcato nuovamente il palco, e ad accompagnarlo questa volta c’era la sua inconfondibile voce roca, quella voce che quasi sei mesi fa, per la prima volta nella sua carriera, l’ha tradito, costringendolo a sospendere il tour nei palasport, a operarsi e a prendersi un lungo periodo di riposo.

Ieri sera è tornato e si è ripreso la scena. Se l’emozione c’era, è rimasta ben nascosta dietro gli occhiali scuro, il look total black e quella sua aria da duro.

“Ciao, ciao a tutti. Dove eravamo rimasti? Mi sembra di ricordare che fossimo rimasti al fatto che il venerdì non ci devono rompere i coglioni”, ha salutato il pubblico dell’RDS Stadium di Rimini, parafrasando una delle canzoni dell’album.

Per farsi perdonare della lunga assenza, il rocker, che rispetto ai concerti di questo inverno ha rimesso mano anche alla scaletta mescolando i brani dell’ultimo album ai vecchi successi, ha deciso di regalare al suo pubblico le prime immagini del film che ha girato durante l’estate e che uscirà a inizio 2018.

Ha dovuto mettere a riposo la voce, ma certo il Liga non è tipo da rimanere con le mani in mano e così durante lo stop obbligato è tornato dietro la macchina da presa, a quasi vent’anni dal debutto con Radiofreccia e a quindici da Da Zero a Dieci.

E sono proprio le immagini del film Made in Italy (già il disco era stato pensato come un concept album per raccontare la storia di Riko, la sua disillusione, i suoi sogni non realizzati) ad aprire il concerto. Sullo schermo appare il volto di Stefano Accorsi (già protagonista di Radiofreccia), nei panni di Riko, poi quello di Kasia Smutniak (moglie di Riko) e degli altri attori, che rispondono alle domande dei cartelli che tengono in mano: “Come sono arrivato qui?”, “Cosa ci faccio qui?”.

Accorsi, durante Mi chiamano tutti Riko, campeggia alle spalle di Ligabue, mentre balla davanti a una mortadella gigante, in giacca sfrangiata di pelle rossa e pantaloni neri borchiati. Pillole di uno-due minuti o di pochi secondi (saranno sei in tutto), come la scena girata in un bar in E’ Venerdì non rompetemi i coglioni, che rivelano un’ambientazione, sì onirica, ma spesso cupa, a rispecchiare le ansie di Riko, della sua vita, del suo mondo.

Immagini notturne, anche quelle girate a Roma, tra piazza Venezia, San Pietro, Castel Sant’Angelo, con Riko e i suoi amici a far baldoria che passano su “Ho fatto in tempo ad avere un futuro”, e quelle alle Reggiane, fabbrica dismessa di Reggio Emilia, su Made in Italy e Un’altra realtà. Si vedono anche Riko e sua moglie (Accorsi e Smutniak) litigare furiosamente prima di fare l’amore.

Audio poco o nullo, tutto è lasciato al potere immaginifico dell’immagine.

Film a parte (per vederlo per intero bisognerà attendere l’anno nuovo, sarà prodotto da Domenico Procacci per Fandango e distribuito da Medusa), Ligabue è sembrato in ottima forma, anche in vista delle 33 altre date da recuperare.

Nessuna incertezza vocale e un concerto che con la nuova scaletta funziona ancora meglio. Luciano si è divertito a riprendere con il cellulare il pubblico (mentre le immagini venivano rimandate sullo schermo), a ritagliarsi un paio di momenti acustici. Pubblico romagnolo entusiasta.

Dopo Rimini, oggi Ligabue sarà a Lugano, l’8 e il 9 a Milano, il 12, 13, 15, 16, 18 a Roma.

E via a seguire per recuperare tutte le date rinviate.

Native

Articoli correlati