Un’esplosione di colori quella di ieri sera a San Siro a Milano per la prima di due sole date italiane del tour che presenta il prossimo EP ‘Kaleidoscope’.
Una scusa per ridare speranza dopo i tragici avvenimenti di Manchester, che va oltre l’opulento apparato di effetti pirotecnici e laser del loro ‘A Head Full of Stars Tour’. Diversi gli spunti che si intersecano con le canzoni, dalla voce di Maria Callas che apre la serata sull’aria pucciniana ‘O mio babbino caro’ al monologo di Charlie Chaplin nel ‘Grande dittatore’ che introduce il primo pezzo, ‘A Head Full of Dreams’, fino a un omaggio a Muhammad Ali. E così anche i messaggi di amore di Chris Martin vanno in tutte le direzioni: “Mandate un po’ del vostro fantastico amore italiano in Siria, a Parigi, in Iraq o a Manchester – dice Chris Martin a metà serata, intonando ‘Everglow’ – Ogni volta che mi sento depresso per lo stato del mondo, vengo a un concerto così e vedo che l’umanità è fatta perlopiù di belle persone”. Caleidoscopiche sono le diverse incarnazioni della musica di Chris Martin e soci, che mancano in Italia dal 2012, e così anche le suggestioni di uno show che è una grandiosa messinscena pop. Dal tripudio cromatico di coriandoli, palloni gonfiabili e fuochi artificiali fino alla coreografia luminosa che il pubblico imbastisce con gli ‘xylobands’, braccialetti elettronici distribuiti all’ingresso, lo stadio è sempre tinto di colori: il giallo di ‘Yellow’, la hit che 17 anni fa lanciò il gruppo, o il viola di ‘Every Teardrop Is a Waterfall’, terza tappa di una scaletta senza sosta che tocca quasi tutti i grandi successi. San Siro intona a gran voce ballate come ‘The Scientist’ e ‘Fix You’, ma è sui ritmi danzerecci e tra le aperture da rock da stadio di ‘Clocks’ o ‘Viva La Vida’ che si scatena e inneggia: il coinvolgimento del pubblico è tanto importante per Martin da fargli interrompere ‘Charlie Brown’ per invitare tutti a mettere via gli smartphone, saltare e godere di un momento che sarà anche immortalato in un film-concerto, come rivela il cantante. In questi frangenti il Meazza sembra un club, come quando le ghirlande di ‘Paradise’ sfumano nel remix dance di Tiësto. Ai brani più sentimentali sono dedicati momenti a parte, raccolti: dal palco circolare al vertice della passerella centrale, con ‘Always In My Head’, ‘Magic’ ed ‘Everglow’; o ancora, poco prima del finale, con ‘In My Place’ che si mescola a ‘Don’t Look Back in Anger’ degli Oasis, ‘Don’t Panic’ cantata da Will Champion e ‘Us Against The World’ richiesta da una fan, eseguite in versione scarna su un piccolo palco a lato del parterre.
Scatenato come sempre e in particolare sulle note di ‘Adventure Of a Lifetime’, Chris Martin è il celebrante di una variopinta festa, che pare lontana anni luce dalle polemiche sul secondary ticketing che avevano accompagnato l’apertura delle prevendite mesi fa: “So che andare a grandi concerti è una faticaccia, tra il traffico, il prezzo altissimo dei biglietti e tutto il resto”, dice il cantante ai 57633 paganti ai 1048 dotati di biglietto omaggio (dati degli organizzatori), tra cui stasera ci sarebbero anche l’ex moglie Gwyneth Paltrow e i figli. Il tema portante è invece il sogno e l’avventura: un sogno che dopo due ore di show si chiude nel trionfo pirotecnico di ‘Something Just Like This’, ‘A Sky Full of Stars’ e ‘Up&Up’, un sogno che si ripeterà domani, ancora a San Siro.
Argomenti: Milano