Oggi è il primo giorno di primavera ed è il “suo” giorno. All’improvviso torna d’attualità come tutti gli anni il 21 marzo, quando viene tirata fuori dall’album dei ricordi e riappare in tutta la sua suadente armonia e intrigante musicalità.
Ogni anno è così, è inevitabile, dalla mattina alla sera le radio la ripropongono come allora, quando uscì e fece subito colpo, arrivando disco dopo disco venduto in testa alla Hit parade condotta dal grande Lelio Luttazzi.
“La canzone regina di questa settimana è “Il primo giorno di primavera” dei Dik Dik!”, proprio come oggi, 21 marzo, quando tutti si ricordano di lei e la fanno tornare regina per un giorno.
Scritta da Mogol insieme a Cristiano Minellono nel ’69 su musica dell’ex dei Camaleonti Mario Lavezzi, era stata affidata inizialmente a Vanna Brosio, futura conduttrice televisiva dal sorriso elegante ma dalla debole personalità canora. Non a caso il pezzo passò inosservato.
Fu Mogol che già collaborava insieme a Battisti con Pietruccio, Lallo, Sergio, Mario e Pepe cioè i Dik Dik, a proporre il pezzo al gruppo. Proposta subito accolta, perché il complesso milanese era alla ricerca di un brano dall’impatto forte che potesse bissare il successo di “Senza luce”, cover di “A whiter shade of pale” con il quale aveva battuto tutti i record di vendita.
E “Il primo giorno di primavera” così come l’aveva musicato Lavezzi, ricalcava proprio la struttura quasi sinfonica del capolavoro dei Procol Harum. Nacque così la versione dei Dik Dik che tutti conoscono, riarrangiata con quell’intro di organo Hammond rimasto nella storia dei nostri 45 giri.
E soprattutto con quel testo, in cui si “sente” l’influenza della collaborazione di Mogol con Battisti di quegli anni (Mi ritorni in mente, 29 settembre). E’ infatti una storia quotidiana, che racconta con un linguaggio nuovo ed efficace, senza mai cadere nella retorica o nella banalità, di un uomo abbandonato dalla sua donna che si perde in un paesaggio metropolitano fatto di autobus, traffico e gente anonima, mente la primavera avanza.
Una poesia esaltata dalla musica, ed elevata a gioiellino dalle voci dei mitici Dik Dik, band storica del beat italiano che ha regalato emozioni a una generazione ribelle e capellona.
E allora, riascoltiamola oggi che è il suo giorno, oggi che è il primo giorno di primavera, ne vale la pena.