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Il tempo resterà, in viaggio con Pino Daniele

l docufilm di Giorgio Vederlli che racconta il grande artista. Un viaggio emozionale tra musica ricordi e immagini inedite. [F.Troncerelli]

Il tempo resterà, in viaggio con Pino Daniele
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19 Marzo 2017 - 12.12


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La sua musica, la sua vita, la sua napoletaneità, il suo essere artista a tutto tondo, capace di coniugare la poesia col blues, la cultura con il vicolo, la creatività con il mare. Nel giorno del suo compleanno (ne avrebbe fatti 62) e dell’onomastico, arriva finalmente il film su Pino Daniele.

Un documentario appassionato e passionale diretto da Giorgio Verdelli, che grazie alla sua profonda conoscenza del cantautore, racconta il suo rapporto intimo e profondo con la città di Napoli ed anche la sua capacità di essere un artista apprezzato a livello internazionale.

Da “Pino Daniele – Il Tempo Resterà”, questo il titolo della bella pellicola che verrà presentata questa sera in anteprima al San Carlo di Napoli e da domani per tre giorni nelle sale, emergono la vita e gli incontri di un uomo unico, un nero a metà, un Masaniello dell’arte, un uomo in blues che sapeva esprimersi con un linguaggio aperto a tutti grazie a una relazione empatica e straordinaria con la terra in cui era nato.

E’ un ritratto inedito del Lazzaro felice con la chitarra, un viaggio emozionale attraverso la musica, i concerti e la vita del grande artista partenopeo che offre una straordinaria serie di immagini, molte delle quali sino ad ora mai mostrate, testimonianze e performance che riscaldano il cuore e al tempo stesso accentuano la nostalgia nel rivederlo a soli due anni dalla scomparsa.

Molto del materiale utilizzato per comporre questo grande omaggio a Pino Daniele è inedito come detto ed è stato selezionato da Verdelli attraverso una lunga e paziente ricerca che ha permesso che la voce narrante del film fosse quella dello stesso Pino Daniele, supportato dal contributo di Claudio Amendola. Pino entra ed esce dal film che non segue un percorso cronologico.
Eccolo dal barbiere, eccolo in duetto con Eric Clapton, eccolo con Diego Armando Maradona e la squadra del suo Napoli, eccolo con De Gregori, eccolo a Tunisi per fare world music prima che sia una moda. C’è anche quando non c’è perché come spiega lui stesso in un frammento del film “Noni non possiamo tenere il tempo, dobbiamo entrarci dentro, non sono un intrattenitore, comunico tramite la musica. C’è un codice per entrare nel portale del tempo e io l’ho trovato, noi andremo via e il tempo resterà”.
Spiega Verdelli, giornalista e autore televisivo di trasmissioni importanti come “Unici” di cui questo docufilm è un ‘evoluzione di una puntata dedicata all’artista: “Mi sono fatto guidare dalle canzoni e dalle frasi di Pino che sono diventate il filo conduttore di questo lavoro. Abbiamo voluto fare un percorso emozionale e siamo letteralmente saliti su un autobus (ribattezzato Vaimò, come il tour del 1981) che ci ha riportato nei luoghi della Napoli di Pino Daniele, per raccontare la sua idea di musica in movimento perenne, come la società di quegli anni che lui ha interpretato con una cifra innovativa e inimitabile”.

Tra i tanti amici che sono saliti su quell’autobus o sono entrati nella vita di Pino ricordandoci momenti magici e session irripetibili, Joe Amoruso, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Rino Zurzolo, ovvero i musicisti da sempre al suo fianco, troviamo poi anche personaggi come Renzo Arbore, Stefano Bollani, Ezio Bosso, Lorenzo Jovanotti Cherubini, Eric Clapton, Clementino, Giorgia, Enzo Gragnaniello, Peppe Lanzetta, Massimo Ranieri, Ron, Vasco Rossi, Sandro Ruotolo.

La forza di Pino era certamente il live – ha ricordato Tullio De Piscopo – un pezzo di 3 minuti, sul palco ne poteva durare 12. Lui valorizzava la nostra capacità”, “Dava spazio agli assoli di tutti i suoi musicisti – ha sottolineato James Senese, a cui Daniele giovanissimo si rivolse per iniziare a suonare- avevamo la stessa anima, parlavamo tutti la stessa lingua”.

“Il nostro incontro – ha detto Joe Amoroso – lo vedo quasi esotericamente come predestinazione. È successo tutto nel posto giusto al momento giusto, è stato un piccolo miracolo”. O “un piccolo Rinascimento” secondo l’attore Enzo Decaro con riferimento a quanto l’affermazione del sound di Pino Daniele abbia costituito uno spartiacque per tutta la cultura napoletana: “Per me c’è un a.P. e c’è un d.P., avanti Pino e dopo Pino. Perché dopo che lui aveva detto alcune cose in una certa maniera non si poteva più tornare indietro”.

Tante le chicche che impreziosiscono questo ricco ed interessante omaggio. Il sax di James Senese che intona la melodia di “Chi tene ‘o mare” affacciato sul porto di Napoli, prima che partano le immagini dell’esecuzione live di Pino Daniele, il rap-dedica di Clementino che si rivolge al maestro dai tetti della città, il racconto di Peppe Lanzetta di quella volta che alla fine del leggendario concerto del 19 settembre 1981 in piazza del Plebiscito, seguì la band in un ristorante pieno di impresari e portaborse e trovò Daniele rifugiato in uno dei pullman fuori dal locale che lo abbracciò commosso e incredulo per quella primo exploit della sua carriera con 200mila spettatori.

Quello poi che trasporta letteralmente all’emozione, è il filmato amatoriale realizzato nella casa romana di Massimo Troisi durante l’incontro in cui Pino presenta per la prima volta all’attore e regista di San Giorgio a Cremano l’abbozzo di quella che diventerà “Quando”, la canzone portante della colonna sonora del film di Troisi “Pensavo fosse amore invece era un calesse” e una delle più belle canzoni della nostra musica.

Il tempo resterà dunque come la lezione di Pino Daniele, musicista che con la sua arte è riuscito a travalicare i confini del proprio ambito creativo per entrare nella storia del Paese. Generazioni intere sono cresciute con i suoi dischi e i suoi concerti, frasi e titoli delle sue canzoni fanno parte da tempo del linguaggio comune e costituiscono una sorta di romanzo di formazione collettivo, quelle generazioni che oggi lo ricordano con affetto e lo applaudono ancora. Buon compleanno Pino.

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