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Sanremo 2017, vince Francesco Gabbani

L’artista toscano si è imposto sulla favorita Mannoia e sull’intenso Ermal Meta. La sua storia, il significato della canzone, il balletto col gorilla diventato virale

Sanremo 2017, vince Francesco Gabbani
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12 Febbraio 2017 - 10.21


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di Francesco Troncarelli

Francesco Gabbani ha vinto la 67esima edizione del festival di Sanremo con il brano “Occidentali’s Karma”. Una vittoria a sorpresa arrivata all’ultima tornata del televoto, quando il cantante toscano si è imposto sulla grande favorita Fiorella Mannoia classificatasi seconda e su Ermal Meta terzo col suo “Vietato morire”.

Lo scorso anno aveva entusiasmato tutti con “Amen” il brano con cui oltre ad aver vinto la categoria Giovani (e il premio critica Mia Martini e quello per il miglior testo) era diventato uno dei pezzi più trasmessi dalle radio e venduto in assoluto. Quest’anno si è superato, debuttando fra i Big e addirittura vincendo contro avversari di grande spessore artistico.

La leggerezza frizzante di quello che è già diventato un tormentone virale sui social, sulla preghiera laica della bravissima Mannoia e l’intensità drammatica di un cantautore apprezzato e sensibile, questo il podio di Sanremo 2017, che ha trovato consensi e dissensi nella critica e nel pubblico, ma che ha avuto un grande merito. Quello di aver premiato la musica e non gli amici.

I timori della vigilia che nel voto espresso tramite cellulare intravedevano un’avanzata massiccia verso i primi posti dei ragazzi provenienti dai talent che nella conduttrice Maria De Filippi avevano peraltro una sponda importante, sono stati smentiti. I talenti hanno prevalso sui talent, la gavetta (Mannoia e Meta) ha sbaragliato l’entusiasmo e la buona volontà dei “saranno famosi”, l’intelligenza caustica e sarcastica (Gabbani) ha ridimensionato chi si è ritrovato in prima fila senza sapere come e perché.

Dopo l’exploit dell’anno scorso, ripetersi per Gabbani era un’impresa già in partenza, ma lui è riuscito a conquistarsi serata dopo serata il favore del grande pubblico con la sua verve, la sua simpatia e la musicalità della sua proposta. “Occidentali’s Karma”è un brano che al di là dei richiami lessicali alla Battiato, fa riflettere sul nostro modo di essere occidentali e sulla voglia di avvicinarsi alla cultura orientale alla ricerca di quella serenità che manca al nostro stile di vita.

“Essere o dover essere, il dubbio amletico contemporaneo” ha scritto in un tweet il cardinal Ravasi riportando e condividendo l’incipit del pezzo vincitore della kermesse sanremese. La conferma in sostanza, da un pulpito così importante e attento da sempre alla comunicazione, che il brano di Gabbani non è solo un elenco di luoghi comuni e frasi ad effetto “Intellettuali nei caffè, internettologi, soci onorari ai gruppi dei selfisti anonimi” condita da un balletto con un gorilla, ma anche una canzone che al disimpegno del primo ascolto rivela una scrittura più curata.

La sua performance comunque è stata decisiva per la sua imprevista affermazione. Il movimento sul palco con un gorilla (“la scimmia nuda balla, la scimmia si rialza”) interpretata da Filippo Ranaldi, 28enne coreografo di X Factor è stato decisivo. Ariston in delirio, orchestra urlante e telespettatori di colpo svegliati. Una sferzata di energia pura tra pubblicità imperante, ospiti inutili e tempi biblici del carrozzone festivaliero.

Nato a Carrara nel 1982, da bambino ha iniziato suonando la batteria, poi crescendo è passato alla chitarra e al piano per firmare poi il primo contratto a 18 anni che lo porta con il progetto Trikobalto, a registrare un album prodotto da Alex Neri e Marco Baroni dei Planet Funk. Nel 2010 arriva il secondo album, il tour in Francia e il video di “Preghiera maledetta”. Il gruppo poi viene scelto come supporter della data italiana degli Stereophonics ed è tra gli ospiti del Palafiori di Sanremo durante il Festival del 2010.

Nella primavera di quell’anno, Gabbani lascia il gruppo e tenta la carriera da solista Nell’estate 2011 esce il singolo “Estate”, in autunno il videoclip di “Maledetto amore”, pezzo tratto dalla colonna sonora del film “L’amore fa male” di Mirca Viola.

La svolta alla sua carriera arriva al festival dello scorso anno. Il voto elettronico lo elimina, passa la bella voce della siciliana Miele ma c’è un problema tecnico che si è verificato nella Sala Stampa che ha falsato la votazione e così viene riammesso in gioco da un nuovo scrutinio che capovolge il risultato. Ripescato in extremis, si è ritrovato vincitore. Era scritto: “Amen”.

Occhi sorridenti, baffetto alla Clark Gable, ironia toscana da vendere, Francesco Gabbani è l’artista del momento, improvvisamente scoperto dall’Italia televisiva e da chi distrattamente segue la musica e il circo Barnum che ruota intorno. E’ riuscito nel giro di due anni a passare da illustre sconosciuto, uno dei tanti che ci prova cantando nei locali e scrivendo canzoni, a diventare il vincitore della manifestazione canora mediaticamente più importante di tutte.

E questo vuol dire qualcosa. Ha avuto fortuna certo, ma ha anche stoffa e tanta creatività. Se meritasse o meno la vittoria è un altro discorso, ma l’unica certezza è che “Occidentali’s Karma” sarà un successo. E questo è quello che alla fine conta per ricordare un festival nel tempo.

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