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Cara Raggi, fatevelo da soli il concertone di Capodanno

Il comune ha chiesto agli artisti di esibirsi a titolo gratuito: e chi fa il musicista per vivere?

Cara Raggi, fatevelo da soli il concertone di Capodanno
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27 Dicembre 2016 - 12.04


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Roma non sarà l’unica capitale europea e unica grande città italiana a non avere alcun evento organizzato per la notte di Capodanno, perché agli acuti intelletti dell’attuale giunta del comune di Roma è venuta l’idea delle idee, dopo l’abolizione del concertone del 31 dicembre al Circo Massimo.

Un passo indietro per ricordare: il pasticcio nasce dal fatto che il Comune di Roma indisse un bando per organizzare il concerto di fine anno, bando che è stato praticamente ignorato da tutti, se non da una sola società che avrebbe dovuto far salire sul palco quella sera – tra annessi e connessi – Max Gazzè.  Ma poi, a causa della mancanza di sponsor privati che si sono rifiutati di aderire al concerto, la serata è saltata, e quindi l’assessore alla cultura Bergamo, che è anche il vicesindaco, ha avuto l’idea tappabuchi, in attesa di tappare quelli delle strade e quelli ben più profondi del bilancio.

“Rischiamo de fa ‘na figuraccia storica, regà, ar primo capodanno dall’insediamento del M5s nun famo er concertone? Sai li fischi che pijamo?” Avrà detto sicuramente Bergamo ai suoi durante le accese riunioni. Ma ecco l’ideona di cui sopra: il 1 gennaio è programmata la festa sui quattro ponti di Roma tra i lungotevere a partire dalle 3, basterà anticiparla alle 22 al Circo Massimo, tanto da fare un unico concertone che duri 24 ore.
Ma qui arriva il bello: il comune non spenderà un euro perché – udite udite – chiederà a tutti gli artisti (di strada, dilettanti allo sbaraglio, semiprofessionisti, poveri suonatori che quella sera non hanno trovato un ingaggio, giocolieri, saltimbanchi, trapezisti, circensi e affini) che faranno domanda, di partecipare a titolo gratuito alla performance al Circo Massimo e lungotevere, con l’obbligo di non veicolare messaggi pubblicitari o politici o fare attività commerciali (tipo vendere il proprio CD alla gente). Ah, piccolo particolare, l’onere delle performance sarà a totale carico del partecipante (compreso il tradizionale cotechino con lenticchie che ti devi portare da casa e lo spumante per il brindisi beneaugurante della mezzanotte del 31). Non stiamo scherzando, l’indirizzo cui inviare le richieste di adesione è: staffdir.cultura@comune.roma.it allegando curriculum e tipo di prestazione.

Noi che siamo stati (e siamo) suonatori non per diletto ma per vivere, aspettavamo il Capodanno con la bavetta alla bocca perché, quella sera, le paghe erano doppie se non triple, e il veglione era per noi una manna dal cielo. Ora è proprio il Comune di Roma a chiedere sacrifici ad una categoria, gli artisti, la maggior parte dei quali sono per lo stato poco più di ectoplasmi senza vita, una genia sconosciuta agli ammortizzatori sociali ma anche misconosciuta dalla gente comune (la famosa domanda dell’uomo della strada è: “Ma tu che lavoro fai?” “Il musicista.” “Si, ma per vivere?”). Tutto questo mi sembra un insulto.
Un consiglio da incazzato: fatevelo voi il concerto dell’ultimo dell’anno “a gratis”, visto che gli artisti ce li avete. Un suggerimento? Il vice Bergamo presenta la serata, Marra al mixer che è bravo a dispensare a destra e manca,  la Baldassarre e la Raggi che fanno il coretto con la Montanari (non è mia parente) e l’assessore Frongia che canta Tanti auguri a te e Il valzer delle candele. Poi ci sarebbe pure un certo Grillo, ma ho paura che voglia i soldi.

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