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90 anni fa nasceva Miles Davis: il suo talento folle rivoluzionò il jazz

Dopo aver contribuito alla rivoluzione bepop fu ideatore di molti stili jazz come il cool jazz, l'hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock.

90 anni fa nasceva Miles Davis: il suo talento folle rivoluzionò il jazz
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25 Maggio 2016 - 15.16


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Una personalità poliedrica insieme a un talento ineguagliabile e uno spirito innovatore hanno reso il Principe delle Tenebre una figura chiave del jazz del XX secolo. Miles Davis, a 90 anni esatti dalla sua nascita, resta uno dei musicisti più influenti e rivoluzionari della scena artistica mondiale. Dopo aver contribuito alla rivoluzione bepop fu ideatore di molti stili jazz come il cool jazz, l’hard bop, il modal jazz e il jazz elettrico o jazz-rock.

Nacque ad Alton il 26 maggio 1926 da un’agiata famiglia afro-americana. La madre Cleo Henry, abile pianista, desiderava che il figlio imparasse a suonare il violino, ma fu il padre Miles Davis II, affermato dentista di St. Louis a regalargli una tromba per il suo tredicesimo compleanno. Famoso come strumentista, Davis è considerato uno dei più grandi trombettisti jazz per il suono, un vero e proprio marchio di fabbrica, la forza innovatrice della composizione, ma anche per l’emotività controllata della sua personalità solistica, che in dischi come ‘Kind of Blue’ trovò forse massima espressione. L’album fu registrato in appena due sessioni ed è considerato il suo capolavoro. Fu dopo ‘Birth of the cool’, un vero e proprio manifesto che inaugurò l’eta’ del jazz modale.

La musica di Davis influenzò molti trombettisti e da un punto di vista artistico è paragonabile a Buddy Bolden, Joe King Oliver, Bix Beiderbecke, Louis Armstrong e altri ancora. Fu uno dei pochi jazzmen in grado di affermarsi non solo da un punto di vista artistico ma anche a livello commerciale nell’industria musicale. Soprannominato Principe delle Tenebre per la qualità notturna della sua musica, ma anche per il suo carattere scontroso che insieme alla sua voce roca e raschiante contribuirono a creare l’immagine ‘dark’. Davis contribuì allo sviluppo artistico di generazioni di musicisti, dotato di un istinto fuori dal comune non esitò mai a reinventare il suono e la musica per cui era conosciuto, nemmeno dopo il successo del rock, quando passò ad una sonorità elettrica. Ma a differenza di molti suoi colleghi fu sempre molto attento all’immagine, aggiornata nel corso del tempo fino ad arrivare all’ultimo periodo in cui il vestiario pieno di colore firmato Versace conferì un certa sacralità alle sue esibizioni.

Miles Davis continuò a suonare fino alla fine della sua vita. In Italia si esibì per l’ultima volta a Roma il 23 luglio 1991 allo stadio Olimpico e il 24 luglio dello stesso anno a Castelfranco Veneto. ‘Doo-bop’ e ‘Miles & Quincy Live at Montreux’ furono le sue ultime due registrazioni, entrambe uscite postume. Con Doo-bop si avvicino’ per l’ennesima volta a un nuovo genere musicale, l’Acid jazz (un mix di jazz, funk e rap) e in Miles & Quincy Live at Montreux, collaboro’ con Quincy Jones per il Montreux Jazz Festival del 1991. In quell’occasione Davis interpreto’, per la prima volta dopo tre decenni, le musiche con gli arrangiamenti di Gil Evans tratte dagli album Miles Ahead, Porgy and Bess e Sketches of Spain.

Il 28 settembre 1991 fu stroncato, all’età di 65 anni, da una polmonite, a cui le complicazioni dovute al diabete fecero seguire due colpi apoplettici. Il jazzista mori’ a Santa Monica in California, poco dopo il suo ultimo concerto all’Hollywood Bowl. E’ sepolto nel Bronx, a New York, nel Woodlawn Cemetery.

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