“La musica come la vita si può fare solo in un modo: insieme”. Così ha chiuso la sua esibizione Ezio Bosso, grande compositore, pianista e maestro d’orchestra che Carlo Conti ha voluto a suo fianco, tra gli altri ospiti, sul palco dell’Ariston nella seconda serata del Festival di Sanremo.
Bosso è arrivato sul palco con la sua sedia a rotelle: la star mondiale è affetta, infatti, da una malattia neurodegenerativa progressiva. “La musica è come una magia, per questo i direttori d’orchestra hanno la bacchetta”, così durante l’intervista. Il pubblico si è commosso ascoltando non solo la sua musica (a cui ha dedicato una lunga standing ovation), ma anche i suoi racconti. Il rapporto così stretto e simbiotico con la musica. Una vita fatta di coraggio e spartiti musicali, quella di Bosso.
La presenza del maestro Ezio Bosso sul palco di Sanremo è stata un momento alto, per nulla banale o demagogico. Una storia drammatica, raccontata con semplicità e sorrisi, di uno dei più grandi musicisti che abbiamo che è costretto su una sedia a rotelle da una malattia neurodegenerativa.
Un modo per raccontare il coraggio, la voglia di non arrendersi e come la musica, a volta, possa essere qualcosa di molto importante.
Bosso ha presentato a Sanremo l’album “The 12th Room” (Egea Music) e ha lanciato il tour nei teatri italiani ad aprile a partire dall’8 a Cagliari, cui segue il 12 Roma, Rimini, Verona, Firenze, Mestre. Il compositore collabora con la Royal Opera House di Londra e con la Lituanian Chamber Orchestra di Vilnius.
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